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.pico museo domestico, arte e architettura all’Università Statale

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Un progetto che unisce architettura, arte e design, tre universi così vicini da toccarsi grazie alla creatività di chi giorno dopo giorno li anima e li costruisce: l’idea è dell’architetto Giorgio Zaetta, autore di .pico museo domestico, un cabinet in gesso per una singola opera d’arte, progettato in collaborazione con la galleria di arte contemporanea  ZERO…e prodotto da Plasterego, un marchio del made in Italy che affonda le sue radici nella tradizione artigianale del gesso.

Nel cortile dell’Università Statale, nell’ambito della mostra evento House in Motion, organizzata dal magazine INTERNI, nasce così un inedito concept espositivo grazie al quale si possono ammirare, a rotazione, opere di artisti contemporanei: nel corso della settimana del design milanese, infatti, ognuna delle tre opere presentate – rispettivamente di Cally Spooner, Enzo Cucchi e Yuri Ancarani – viene esposta per 48 ore.

.pico, il cui nome vuole essere un omaggio a Pico della Mirandola, studioso e sperimentatore fuori dagli schemi, è pensato per i collezionisti in cerca di nuove modalità espositive per le loro opere d’arte e per i loro pezzi unici.  

Giorgio Zaetta dona così  al gesso una nuova immagine in grado di superare gli schemi che lo identificano unicamente con gli stucchi e i controsoffitti della tradizione, per inserirlo a pieno titolo nel progetto contemporaneo. 

Stressando la materia gesso ai propri limiti tecnici, grazie alle competenze tecnologiche della storica azienda Plasterego” – spiega il progettista – “è nato un rivestimento tridimensionale a esagoni sfalsati capace di creare una texture continua assemblata a secco (come nella prefabbricazione)”.

In particolare, la morfologia del rivestimento in gesso prende le mosse da una visita all’Albergo Diurno Venezia a Milano, disegnato negli anni 20 dall’architetto Piero Portaluppi e ad oggi ancora intatto: la ricerca di Zaetta si è concentrata sulle superfici esistenti e in particolare sulle piastrelle esagonali che caratterizzano questo luogo elegante e ricco di fascino.

Nel tentativo di aprire gli occhi e la mente sulla materia e sulla consapevolezza dei gesti attraverso una sperimentazione spazio–temporale che tenga conto della dimensione emotiva del singolo” – continua il progettista – “si entra in un territorio ibrido dove fattori come cura, approfondimento e attenzione vanno alla ricerca di possibili forme e funzioni.”

Con questa opera Zaetta entra dunque in sintonia con un’azienda come Plasterego che mira a mantenere le caratteristiche originarie del prodotto come era una volta, sfruttando quanto più possibile la ricerca di nuove soluzioni tecnologiche, per migliorarne i processi produttivi e la qualità. 

Il gesso è una materia naturale, disponibile in natura e derivata da processi di lavorazione che non impattano negativamente nell’ecosistema di riferimento: il risultato è che i rivestimenti di questo intimo museo domestico stupiscono per la matericità della texture, per l’aspetto etereo e per i giochi di luce e riflessi che conferiscono dinamismo a tutta l’installazione. Da non perdere.