Scritto da Redazione |
18 Gennaio 2017
Si chiama Creative Mediterranean il nuovo progetto sviluppato dal designer Giulio Vinaccia e UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale) per sostenere le industrie creative di sette Paesi a sud del Mediterraneo, che verrà presentato in occasione di Maison&Object 2017, a Parigi dal 20 al 24 gennaio.
I paesi coinvolti sono Algeria, Egitto, Giordania, Marocco, Libano, Palestina e Tunisia, sette realtà nelle quali vengono sviluppati quattordici cluster di industrie creative che spaziano dalla manifattura di gioielli algerina e libanese, all’intaglio del legno marocchino, alla ceramica tunisina fino al vetro soffiato egiziano.
In particolare, saranno in mostra i manufatti più legati alla tradizione, quelli di design più contemporaneo e gli oggetti frutto di contaminazioni tra l'artigianato locale e la digitalizzazione: la chaise-longue del cluster di Tripoli in Libano, dotata di hot spot digitale e di carica cellulare; le ceramiche prodotte in Tunisia; la collezione in vetro dal Marocco e dall'Egitto; i vasi e i piatti in rame e cemento dall'Algeria; le sedie e i tavoli realizzati dai designer e dagli artigiani del Libano e della Palestina.
Dai quattordici cluster è previsto un turnover economico annuale di 3600 milioni di euro, pari allo 0,2% del Prodotto interno lordo, di cui 400 milioni in export, corrispondenti allo 0,3% totale; 55 saranno le istituzioni coinvolte tra università, istituzioni di cultura, associazioni professionali ed enti governativi; 19.300 le piccole imprese interessate, di cui 12.500 micro imprese pari al 64% del totali nei sette Paesi, 6800 di PMI pari al 35% e 180 realtà industriali o semi-industriali; 280mila le persone impiegate di cui il 56% (155mila) del cosiddetto “settore informale”.
L’obiettivo dell’operazione si riassume nel motto “Resilience through Creativity”, che rispecchia la convinzione per la quale la creatività rappresenta un meccanismo fondamentale di evoluzione sociale nonché una forma di resistenza alle minacce costituite da povertà e sottosviluppo.
A partire da una mappatura dei territori interessati dal progetto sono stati dunque individuati i distretti produttivi più interessanti e caratteristici del patrimonio culturale, ed è stato creato un brand per la commercializzazione dei prodotti derivanti.
In tutti i paesi coinvolti nel progetto è in corso la realizzazione di design hub, veri e propri laboratori di sperimentazione e creatività in cui tradizione e cultura digitale convivano, coinvolgendo musei, biblioteche ed enti culturali per un’iniziativa di rilancio che durerà tre anni e che, al momento, conta un team di trenta persone coordinate da Vinaccia.
Poiché si tratta di un progetto pilota dell’Unione Europea, se darà i risultati auspicati, sarà ampliato. Come riassume Vinaccia:
“È un lavoro di problem solving che solo alla fine è di prodotto. Si lavora più che altro sulla rottura di barriere culturali e politiche”.