HomeArchitetturaOrizzonti: quando l’architettura incontra l’alta cucina

Orizzonti: quando l’architettura incontra l’alta cucina

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C’è un nuovo ristorante casual fine dining nelle metropoli meneghina. Si chiama Orizzonti e si trova al tredicesimo piano dell’Uptown Palace in via Santa Sofia 10 a Milano. Un luogo pensato per offrire un’esperienza completa, dove il piacere di mangiare si fonde con la bellezza, l’accoglienza e il benessere.

Qui a fare da padrona è la vista a 360° sullo skyline di Milano con il Duomo e la Torre Velasca in primo piano: questa caratteristica ha dato il nome al locale.

© Rosi Di Stefano

Il progetto d’interni è stato studiato per creare un’atmosfera moderna e ricercata, sempre attuale nella sua internazionalità. Lo spazio si caratterizza per il suo design curato, sofisticato e senza tempo grazie anche all’impiego di materiali pregiati come marmo, legno e metallo, sviluppati all’interno di una palette cromatica calda e naturale, ispirata ai toni della terra.

Pareti e soffitti, invece, si tingono di sfumature marroni, grigi e beige mentre il parquet in noce e il pavimento in marmo Zebrato Margraf, scelto per il suo forte impatto visivo e la sua eleganza organica, quasi ipnotica, completano una scatola materica raffinata e coerente.

© Rosi Di Stefano

A rendere l’ambiente ancora più ospitale c’è poi il soffitto fono assorbente con rivestimento in Rockfon Mono Acoustic che garantisce prestazioni acustiche eccellenti che migliorano significativamente la qualità sonora all’interno del locale, permettendo conversazioni rilassate anche nei momenti di maggiore afflusso.

Tra gli elementi iconici spicca il social table in marmo Silver Stream, un blocco unico lungo quattro metri che interpreta la convivialità in chiave materica ed elegante. Accanto a questo, le opere scultoree della collezione Velata Drapes di Margraf, firmata dal designer Raffaello Galiotto, impreziosiscono l’ambiente: superfici marmoree scolpite per evocare la leggerezza dei tessuti, esposte per la prima volta al Salone del Mobile 2023, veri e propri elementi scenografici che dialogano con lo spazio e ne rafforzano il carattere.

© Rosi Di Stefano

L’illuminazione è stata invece affidata a Flos che ha scelto luci calde, faretti con ottiche arretrate e fasci stretti che evitano l’abbagliamento e creano suggestivi giochi di luce e ombra. Ogni fonte luminosa è posizionata con precisione per valorizzare materiali, texture e prospettive, mentre le lampade da tavolo completano il quadro con una luce puntuale e accogliente.