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GAMeC Bergamo: il museo diventa città

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Bergamo si prepara a inaugurare un nuovo capitolo nella sua storia urbana e culturale con l’approvazione del progetto esecutivo per la riqualificazione di Piazza Tiraboschi e del nuovo GAMeC. Un’iniziativa ambiziosa che vede lo studio C+S Architects, con le sedi di Treviso e Londra, trasformare l’ex palasport in un polo attrattivo che promette di ridefinire il rapporto tra arte, cittadinanza e spazio pubblico. L’obiettivo non è solo creare un museo, ma far sì che il museo stesso diventi città, promuovendo la coesione sociale e l’accessibilità per tutti.

L’idea alla base di questo progetto è profondamente etica e politica. Maria Alessandra Segantini, direttore creativo di C+S Architects, sottolinea come “spesso i musei intimoriscono i cittadini, in particolare gli adolescenti“. La visione è quella di superare questa barriera, trasformando la GAMeC in uno spazio ibrido, fluido e accogliente capace di attrarre diversi gruppi sociali in ogni momento del giorno e dell’anno.

© C+S Architects

La nuova GAMeC non nasce da una demolizione, ma da una brillante trasformazione dell’ex palazzetto dello sport di Via Pitentino, un edificio ellittico degli anni ’60 con strutture verticali in cemento armato. Il progetto di retrofit prevede la demolizione delle gradinate interne, mantenendo però intatta la suggestiva cintura dei pilastri che definiscono la forma ellittica dell’edificio. Cappai, co-fondatore dello studio, descrive infatti il progetto come “un ponte tra passato e futuro”, che mantiene una forte traccia delle strutture originali, inventando al contempo un nuovo spazio per il museo di arte contemporanea, con l’innesto di una “lanterna luminosa preziosa” tra le strutture esistenti lasciate al grezzo, a testimonianza della materialità del cemento faccia a vista e delle sue trasformazioni.

Esternamente, l’edificio conserva la sua caratteristica forma ovale, ora rivestita interamente in pietra bianca sabbiata, un materiale durevole che si integra perfettamente nella tradizione lapidea bergamasca, da Bergamo Alta allo sviluppo piacentiniano. Il museo si erge sulla nuova Piazza Tiraboschi, una piattaforma anch’essa rivestita in pietra bianca di Apricena, leggermente rialzata rispetto al livello stradale e al parcheggio adiacente. Questa soluzione, resa possibile da una razionalizzazione del parcheggio che concentra gli stalli a nord verso Piazzale Oberdan, libera lo spazio antistante il museo per una piazza che esalta la fluidità dei percorsi. La continuità materica della pietra di Apricena si estende dalla piazza alla facciata del museo, fino a rampe e sedute, creando un “gioiello prezioso e durevole nel tessuto urbano”.

© C+S Architects

La piazza è un elemento chiave per la riconnessione dell’area al sistema urbano circostante. È pensata per collegare fisicamente e funzionalmente il museo ai Parchi cittadini (Suardi, Marenzi, Galgario), al polo culturale/residenziale delle Ex Caserme Montelungo-Colleoni e ai principali snodi viabilistici. L’accessibilità è garantita da rampe pedonali con una pendenza del 5% e scale che definiscono i bordi della piazza, mentre una rampa carrabile consente l’accesso ai mezzi di servizio.

Un aspetto particolarmente innovativo del progetto è la cura per il paesaggio e la biodiversità. La piazza culmina con una seduta ovale che genera un “vuoto”, trasformandosi alle spalle in una “bellissima fioriera fuori scala”. Questo giardino inaccessibile agli uomini (se non per minima manutenzione) sarà popolato da piante perenni, erbacee e graminacee leggere, auto-seminanti e a bassa manutenzione, scelte per creare movimento, giochi di colore e offrire nutrimento agli animali. L’integrazione con il verde esistente, come il vicino Parco Suardi, e la piantumazione di nuovi alberi per completare i filari presenti, sottolineano l’attenzione alla creazione di quinte verdi che incorniciano le viste della GAMeC e delle colline a nord della città.

I lavori, con avvio nel tardo autunno e conclusione prevista per la fine del 2026, in concomitanza con l’apertura della nuova GAMeC, trasformeranno Bergamo in un esempio virtuoso di rigenerazione urbana.