Nella suggestiva pineta maremmana di Roccamare, a Castiglione della Pescaia – luogo noto per la sua straordinaria concentrazione di ville moderniste, frequentato in passato da celebrità come Sophia Loren e Roger Moore, e scelto da Italo Calvino per la villeggiatura – lo studio VMCF Atelier, guidato dagli architetti Valerio Ferrari e Cinzia Mazzone, ha completato un meticoloso progetto di restyling su una casa vacanze firmata negli anni Settanta da Ugo Miglietta. Roccamare è infatti un complesso residenziale privato, realizzato a partire dal 1963, disegnato prevalentemente da Miglietta.
L’intervento è stato guidato dal rispetto per la struttura originaria e da un marcato senso per l’arte contemporanea. Ferrari, che qui ha trascorso le vacanze d’infanzia, definisce il luogo “magico perché è incontaminato e selvaggio” e non affollato.
Il concept del progetto, influenzato dalla formazione di VMCF Atelier nelle scenografie per opera e danza e nelle installazioni artistiche, possiede una forte componente scenografica e una sofisticata attitudine all’integrazione tra le arti. Gli elementi interni sembrano mutuati da un palco teatrale: un mobile multimediale in acciaio, ironicamente chiamato il “cinghiale mediatico”, entra ed esce da una parete come un pezzo di scenografia. Le porte interne sono pannelli in acero che ruotano su un asse, simili a quinte, che, come sottolinea Mazzone, “svolgono un ruolo centrale nella casa, sfumando i confini tra le stanze e creando spazi ambigui”. Anche i serramenti in acciaio diagonali risultano spettacolari.
Il centro della scena è inequivocabilmente rubato da uno straordinario pavimento-opera d’arte nella zona living. L’artista tedesco Peter Zimmermann ha applicato sette strati di resina epossidica per creare un effetto dinamico ed energetico. La resina, lucida e vivacemente colorata, riflette i mobili e gli alberi esterni, instaurando una costante interazione interno-esterno per riverbero, caratteristica dominante della villa. Questo elemento “pop” contrasta con le pareti originali in arenaria di Castiglione, i mobili in acero sbiancato e gli accenti naturali.
L’interazione tra arte e architettura prosegue in ogni ambiente. Nelle camere da letto, il minimalismo con testiere in juta e armadi in pino laccato si alterna a forti accenti. Le lampade a sospensione dell’artista italiana Maria Grazia Rosin, realizzate in Technogel e vetro di Murano, sono frutto di un altro studio sui contrasti. Il pavimento in microcemento è suddiviso in due tonalità di grigio per un effetto grafico che si scontra con arredi antichi o dipinti contemporanei. In cucina, le piastrelle riprendono un motivo tratto dai disegni del pittore cileno Roberto Sebastian Matta. Nella dépendance, il giovane scultore tedesco Christian Henkel ha realizzato un mobile-scultura in compensato con linee geometriche. Nel bagno principale, l’astrattismo emerge dalle tracce di colla lasciate dalla rimozione parziale delle piastrelle, mentre quelle in ceramica rimanenti sono di Le Corbusier.
All’esterno, l’approccio è più neutro e conservativo. Ferrari e Mazzone hanno cercato di “stabilire un dialogo con l’area circostante”, ispirandosi ai maestri del Moderno sulla costa maremmana — come Ernesto Nathan Rogers, Franco Albini e Ignazio Gardella — che seppero interpretare il territorio salvaguardandone l’identità. Sono state curate le alte pinete marittime e piantate specie autoctone come sughero, fragole e lentischi, restaurando la facciata in arenaria. La cisterna per la raccolta dell’acqua piovana è stata integrata nel paesaggio. Le terrazze presentano arredi di Vico Magistretti, Paola Navone e Ludovica e Roberto Palomba. Ma quella sul tetto, accessibile tramite una scala in ferro che definisce l’ingresso, è la terrazza più affascinante.