Nelle aree periferiche in rapida espansione, dove la trama del paesaggio rurale si è disgregata e l’ambiente circostante fatica a offrire punti di riferimento di valore, l’architettura assume il compito di fondare una nuova identità. Villa LV, situata a Scorzè in provincia di Venezia, emerge in questo contesto come un progetto profondamente personale e concettuale, nato dal desiderio dell’architetto Leonardo Michieletto di edificare la propria casa di famiglia. Questa abitazione non è solo un rifugio, ma una sintesi perfetta in cui luce e materia si incontrano per definire il linguaggio stesso dell’abitare contemporaneo, un intento architettonico teso a celebrare amore e bellezza attraverso la forma.

Nonostante il sito si trovi su un piccolo lotto, con l’affaccio principale orientato a ovest lungo la strada provinciale, il progetto ha saputo valorizzare la materia e il volume. Da un punto di vista compositivo, si innesca una relazione dialettica tra il cemento armato, interprete della contemporaneità, e il mattone di laterizio, scelto per evocare la memoria delle tecniche costruttive locali. Questo laterizio, un prodotto della Linea DOGI SanMarco di wienerberger nella sofisticata finitura Scialbato Giallo, è realizzato a stampo “all’antica maniera” che ne determina la forma irregolare e gli spigoli arrotondati.

I due elementi materici si fondono, portando a vista le pareti perimetrali anche verso gli interni. Il dettaglio della muratura è stato curato meticolosamente per predisporre tutti gli impianti e garantire elevate prestazioni termiche, senza compromettere la tecnica tradizionale del muro pieno.
L’articolazione spaziale è generata da un sapiente gioco di pieni e vuoti. La disposizione interna ruota attorno alla scelta di collocare al centro dell’edificio la scala, la quale diventa il perno focale ed è resa visibile anche dall’esterno. Al piano terra, due ingressi, il principale a sud e quello di servizio a est, organizzano lo spazio su assi ortogonali. Questa sezione si suddivide in tre volumi che accolgono le attività della famiglia: il living con la cucina, caratterizzato da un’isola centrale in vetro scuro; un piccolo studio; e infine i locali accessori, che comprendono bagno e garage.

Salendo al piano superiore, il vuoto creato dalla promenade della scala divide gli ambienti in due zone distinte. Sul lato sinistro si trova la camera matrimoniale affiancata da una seconda stanza adibita a cabina armadio, mentre sulla destra sono collocate le due stanze dedicate ai figli.
Nella zona notte domina l’uso del legno in essenza naturale: il rovere è utilizzato per il pavimento, il larice incornicia le finestre e l’abete naturale costituisce il tetto. La copertura, anch’essa un elemento distintivo, è realizzata a due falde asimmetriche con leggera pendenza, definite da una trave di colmo minimalista. Questa trave in acciaio, lunga 14 metri, ha consentito di svincolare completamente la pianta da ulteriori elementi strutturali e di leggere il tetto come un grande “cappello” che chiude gli spazi sottostanti.

La scala stessa si trasforma in un elemento di design che si smaterializza man mano che si sale. Il primo tratto è composto da un basamento in cemento e tre gradini rivestiti in microtopping, in continuità con il pavimento del piano terra realizzato in architop. La seconda parte è una rampa leggera, con elementi sospesi in legno di rovere, protetta da un parapetto formato da elementi piatti in acciaio verniciato a polvere nella tonalità corten. Questo medesimo parapetto, grazie alla ritmica ripetizione dei suoi elementi verticali, viene ripreso e contestualizzato all’esterno nella recinzione, dove marca il confine tra il giardino e la strada. Il legame tra interno ed esterno è ulteriormente sottolineato dalla scelta di una pavimentazione continua in cemento industriale.

Nella visione di Villa LV, la luce è la vera protagonista. Essa non è un accessorio, ma uno strumento che plasma l’ambiente, capace di ammorbidire o talvolta indurire le superfici e i volumi, e di ridefinire continuamente i profili degli oggetti. L’interazione crescente tra luce e colore è fondamentale in ambito architettonico, poiché stimola emozioni positive e garantisce il benessere psicofisico degli abitanti. Attraverso ampie vetrate e finestre in legno-alluminio dalle cornici minimali, la luce naturale viene filtrata e consente a chi abita la casa di percepire il ritmo inesorabile del tempo che scorre. La casa diventa così una “machine à habiter”, una macchina per abitare, dove il tempo è colto nel mutamento quotidiano e annuale dell’atmosfera sensoriale, attraverso una dinamica e continua interazione tra luce e ombra.



