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Architettura e dignità: il Distretto Solidale di Cesena

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L’architettura ha il potere di trasformare i luoghi non solo esteticamente o funzionalmente, ma anche socialmente e culturalmente. Il progetto Distretto Solidale di Cesena, firmato da Pier Currà Architettura, è un esempio lampante di come un edificio possa diventare uno strumento di cura e inclusione e un presidio civico capace di generare relazioni e restituire dignità alla comunità.

L’intervento nasce da un’esigenza concreta: creare uno spazio per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione gratuita di beni alimentari per le famiglie in difficoltà. Sostenuto dai fondi PNRR e dal Comune di Cesena, il Distretto supera la definizione di semplice “market solidale” per porsi come un attivatore urbano. È un ambiente ibrido, un luogo di incontro, ascolto e formazione, dove l’assistenza si intreccia con l’empowerment.

Dal punto di vista architettonico, il progetto si articola in due volumi. Il primo è un edificio esistente rifunzionalizzato, che ospita il Market al piano terra e spazi per attività sociali e formative al piano superiore. Il secondo è un corpo nuovo, un magazzino di circa 300 metri quadrati. I due elementi dialogano attraverso flussi interni studiati per garantire efficienza e richiamare simbolicamente il gesto del donare e del restituire, creando un ciclo continuo tra comunità e individui.

La cifra stilistica dell’intervento risiede nel suo rapporto con il contesto, essendo inserito all’interno di un parco urbano. Lo studio ha optato per un approccio misurato, rivestendo il nuovo volume con lamiera metallica ondulata riflettente. Questa scelta materiale non è solo tecnica, ma un dispositivo poetico: la pelle metallica muta aspetto con la luce e le stagioni, riflettendo i colori del verde circostante. L’architettura non si impone, ma si assorbe visivamente nel paesaggio, quasi uno specchio collettivo in cui la comunità può riconoscersi.

Il Distretto Solidale è un’opera che unisce misura estetica, innovazione materica e valore umano, dimostrando che la qualità dello spazio costruito può essere uno strumento di dignità, connessione e futuro. Questo progetto traduce l’investimento pubblico in un luogo di valore collettivo, rafforzando il tessuto sociale.