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A Budapest nasce la House of Music

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E’ stata da poco inaugurata l’House of Music, un progetto architettonico ambizioso che porta la firma dell’architetto Sou Fujimoto e che si trova all’interno del parco cittadino di Budapest. L’obiettivo del progetto è quello di mettere in connessione natura, suono e luce.

L’House of Music di Budapest

Oltre 9.000 mq che comprendono sale da concerto, spazi espositivi e un palcoscenico all’aperto. Al piano terra si trovano due sale per gli spettacoli, mentre il piano superiore comprende aule, una biblioteca e spazi per uffici, tutti collegati da una scala a chiocciola. Ai livelli sotterranei si trovano, invece, spazi espositivi dedicati alla storia della musica europea e ungherese, con un’attenzione particolare alla musica pop ungherese dal 1957 al 1993.

house of music

La fluidità dell’ambiente viene espressa soprattutto nel tetto ondulato intervallato da aperture di dimensioni variabili simili a crateri, a rappresentazione delle onde sonore provocate dalla vibrazione di un oggetto, l’aspetto chiave del percorso compositivo. Sono oltre 100 i fori che consentono agli alberi di passarvi attraverso, incanalando la luce fino ai livelli sottostanti dell’edificio: questo crea un’atmosfera unica, lasciando ai visitatori la percezione di camminare sotto alle chiome.  La natura, poi, la si ritrova anche nelle oltre 30.000 foglie d’albero incastonate nel controsoffitto e fissate in una struttura in acciaio composta da 1.000 elementi a nido d’ape. Una decorazione inedita che crea ulteriori inaspettati riflessi sul pavimento.

Proprio per le superfici interne della House of Music è stata infatti scelta una soluzione lucida, elegante e dal pregio marmoreo: Lixio®+ Ideal Work®, il rivestimento cementizio che riprende l’antica tradizione del pavimento alla veneziana, qui scelto in tre diverse varianti di colore. Per continuità con le superfici interne, gli esterni sono stati rivestiti con Sassoitalia®, la pavimentazione Ideal Work® che rievoca la grande tradizione italiana del “sasso lavato”, ideale nei contesti storici e naturali perché l’utilizzo di materiale naturale di provenienza locale consente un’ottima integrazione paesaggistica. La presenza delle graniglie rende inoltre la superficie ruvida e quindi antiscivolo, ed è infine molto durevole nel tempo.

La caratteristica più iconica dell’edificio, però, è la cupola sonora emisferica, ispirata dal compositore del XX secolo Karlheinz Stockhausen, noto per aver creato la prima esperienza uditiva 3D sotto forma di una sala da concerto sferica all’Esposizione Universale del 1970 a Osaka, in Giappone. Progettata per un’esperienza completamente immersiva, permette a 60 visitatori di sperimentare l’audio surround a 360 gradi, emesso da ogni direzione da più di 31 altoparlanti, creando pareti sonore “simili a un ologramma”.

Infine, non manca anche una particolare attenzione ai temi della sostenibilità. Nella House of Music di Budapest, infatti, sono state installate 120 pompe di calore poste a 100 metri di profondità per fornire energia geotermica all’edificio, mentre la restante richiesta di energia elettrica proviene da un’ulteriore fonte di energia rinnovabile.