HomeArchitetturaAusonia Hungaria, l’hotel-opera firmato Simone Micheli al Lido di Venezia

Ausonia Hungaria, l’hotel-opera firmato Simone Micheli al Lido di Venezia

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Grazie anche alla risonanza internazionale di eventi come la Biennale d’Arte e la Mostra del Cinema, il Lido di Venezia figura da sempre tra i luoghi prediletti per la valorizzazione dell’arte e della cultura, riconosciuto nel mondo per la sua bellezza e il suo fascino suggestivo.

Bellezza e fascino sono anche le caratteristiche dello storico hotel Ausonia Hungaria, aperto nel 1907 e da allora punto di riferimento esclusivo per l’accoglienza veneziana, sempre al passo con i tempi come dimostra l’impegno dell’attuale proprietario Teodoro Russo, principale promotore di una straordinaria opera di restauro e rilancio della struttura.

Di tale opera fa parte per esempio il progetto artistico per la facciata est affidato all’artista pop britannico Joe Tilson, che ha realizzato un’installazione imponente tramite l’applicazione di formelle policrome in vetro di Murano, un intervento in dialogo con il rivestimento della facciata principale con piastrelle in maiolica compiuto dal ceramista Luigi Fabris nel 1913.

Ad orchestrare invece l’intero progetto di interior e lighting design è stato l’architetto Simone Micheli, che si è ispirato all’ideale di “Gesamtkunstwerk” elaborato da Richard Wagner: infatti, a partire proprio dal concetto di opera organica, l’obiettivo è stato quello di trasformare gli spazi interni dell’hotel in una vera e propria opera d’arte da esperire, di cui l’uomo diviene il centro nevralgico.

Le camere dell’hotel sono così caratterizzate da arredi francescani dalle forme lineari e fluide, composti da materiali differenti ma complementari; i colori tenui sono animati da tocchi di vivacità mentre gli straordinari giochi di luce, dettati da una attentissima regia illuminotecnica, contribuiscono alla definizioni di spazi, ambienti, funzioni; in questo modo il visitatore, non appena varca la soglia di ingresso, si sente accolto in un ambiente altro, prezioso, affascinante, creato per soddisfare il suo desiderio di benessere.

Sulle pareti delle stanze, iconiche immagini fotografiche scattate da Maurizio Marcato propongono una reinterpretazione d’autore della facciata esteriore – sottolineando i dettagli ed evidenziando le peculiarità – abile nel generare una fusione completa e perfettamente integrata di spazi interni ed esterni, mescolando la vitalità e l’energia di ciò che è fuori con la magica atmosfera dell’interno, eliminando le differenze, favorendo le combinazioni e l’incontro.

Il bagno rappresenta lo stop, la pausa, il punto di arrivo in cui concentrare l’attenzione, focalizzarsi sul proprio benessere: il materiale ceramico grigio domina lo spazio, gli arredi bianchi costituiscono dei focus attrattivi catalizzatori dell’emozione; inoltre, non c’è un vero e proprio limite fisico a separare il bagno dal resto degli ambienti, sono le strutture eteree generate dalle forme e dai colori a determinare uno spazio “altro”, un organismo chiuso in cui l’uomo può rifugiarsi per prendersi il proprio tempo.

La tensione tra gli opposti (interno ed esterno, passato e futuro, pieno e vuoto) passa attraverso il corridoio e grazie ad una sapiente regia illuminotecnica l’ospite si sente come sospeso in una dimensione estranea allo spazio-tempo tradizionale.

D’altro canto, mentre gli arredi rimandano al futuro e la loro forma trasmette serenità agli animi, facendoli sentire accolti, benvoluti, le immagini dei volti e dei posti che hanno fatto la storia del cinema si susseguono incorniciate lungo le pareti, ricordando la grande importanza che il luogo ha; fotografie aree del Lido di Venezia compongono poi la pavimentazione regalando all’ospite la sensazione di passeggiare lungo i tetti della città, esplorando i suoi angoli nascosti.

Nelle aree comuni eredità storica ed avanguardia progettuale non cessano di fondersi, mixando i beni storici preservati con arredi dalle forme avvolgenti, spazi puliti, dettagli curati; l’ampia hall accoglie l’ospite offrendo riservatezza nonostante il passaggio, i volti di uomini e donne vivacizzano le salette-office.

Il bar, il ristorante, la sala vetrata e il roof-bar sono infine luoghi di distensione del pensiero ed apertura della mente, dedicati al benessere, al divertimento, ai piaceri dei sensi mentre all’ultimo piano una terrazza in legno regala all’ospite una splendida vista di Venezia.

Ne deriva un hotel-opera che invita alla riflessione sul panorama artistico contemporaneo, un capolavoro urbano tra arte ed architettura che promuove la sperimentazione ed il progresso e diviene lo stimolo per la riqualificazione delle altre strutture ricettive.

www.ausoniahungaria.com

Fotografie di Andrea Sarti.