HomeArchitetturaVista Ostuni: dall’ex Manifattura Tabacchi a modello internazionale di ospitalità sostenibile

Vista Ostuni: dall’ex Manifattura Tabacchi a modello internazionale di ospitalità sostenibile

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Tra il bianco abbagliante di Ostuni e l’orizzonte della Piana degli Ulivi monumentali, un edificio storico ha ritrovato la sua voce. La lunga parabola dell’ex Manifattura Tabacchi – in precedenza convento e fabbrica – si conclude oggi, prendendo nuova vita come Vista Ostuni, un hotel cinque stelle lusso di proprietà della famiglia Passera. La struttura è già entrata nel prestigioso portfolio di The Leading Hotels of the World.

Il progetto si concentra sul tema del riuso adattivo, intrecciando la conservazione architettonica con l’integrazione di strategie sostenibili certificate secondo il protocollo LEED BD+C Hospitality. Lo studio RMA – Roberto Murgia Architetto, guidato da Roberto Murgia, ha condotto il restauro con un approccio misurato, evitando di imporre un segno estraneo e preferendo un “dialogo silenzioso con la materia”.

© Vista Ostuni

L’edificio, caratterizzato da grandi volte e solai in pietra locale, è stato trattato come un organismo da ascoltare e non da reinventare. Lavorare su un edificio storico, secondo Roberto Murgia, spinge a plasmare le radici culturali, ambientali e sociali per reinventare un nuovo modo di accogliere, usando materiali naturali e geometrie tradizionali. Il risultato è un’architettura che preserva oltre il 90% della struttura originaria, trasformandola in un vero e proprio “material bank” che riduce nuove emissioni e sprechi. L’artigianato è stato fondamentale: scalpellini, fabbri e falegnami hanno lavorato con tecniche tradizionali per ricostruire cornici, forgiare parapetti in ghisa e riprodurre i serramenti, facendo della progettazione uno strumento di continuità culturale oltre che di efficienza.

Gli interni riflettono un’idea di lusso legata al quiet comfort, alla luce naturale e alla qualità dei dettagli. Le 28 camere e suite, con soffitti alti e ampie aperture, sono progettate per accogliere. Sono stati utilizzati materiali locali declinati in chiave contemporanea, come la pietra di Trani, i legni certificati e le ceramiche artigianali, con colori che riprendono le sfumature della terra pugliese.

© Vista Ostuni

La sostenibilità è un principio fondativo del progetto. Il lavoro di direzione ambientale è stato curato da Weber Architects, guidando un processo integrato capace di trasformare i criteri LEED in risultati concreti e misurabili. Le prestazioni sono misurabili: si registra un risparmio idrico del 70% (pari a 1.300 m³ di acqua risparmiati ogni anno grazie a sistemi di riciclo e sanitari a basso consumo) e una riduzione del 27% nei consumi energetici rispetto agli standard di riferimento, oltre all’autoconsumo di energia per più del 7%. Anche la qualità degli spazi interni è stata curata per migliorare la vita quotidiana, con l’uso di pitture prive di VOC, isolamento acustico, ventilazione naturale e sistemi intelligenti di controllo della luce.

Il paesaggio, firmato da Erik Dhont, si sviluppa su tre ettari, reinterpretando la tradizione mediterranea con ulivi, carrubi, melograni e specie aromatiche, trasformando gli spazi esterni in una continuità viva con il territorio.

Per la committenza, VISTA OSTUNI SOCIETA’ BENEFIT SRL, l’intervento è primariamente un gesto culturale. Vista Ostuni si propone come un caso studio per l’architettura contemporanea, dimostrando che il riuso può generare nuove economie senza sacrificare la memoria e che il lusso può coincidere con sobrietà e benessere. L’hotel funge da laboratorio per ripensare il rapporto tra turismo, architettura e ambiente, offrendo un modello replicabile per l’ospitalità del futuro.