La XXIV Esposizione Internazionale di Triennale Milano, intitolata “Inequalities“, si propone di affrontare quest’anno in modo approfondito il tema delle disuguaglianze che contraddistinguono le città e il mondo contemporaneo. L’evento, in programma fino al 9 novembre 2025, si articola in un progetto vasto e diversificato, che esplora le disparità in molteplici sfere dell’esistenza umana: da quelle economiche ed etniche alla provenienza geografica e alle situazioni di conflitto e guerra.

In questo contesto di riflessione globale si inserisce la mostra “Inspirare/Espirare!“, un padiglione dedicato all’Ucraina, uno dei 42 Paesi partecipanti all’esposizione. La rappresentanza ucraina è curata dalla galleria d’arte contemporanea ZAG Gallery di Leopoli.

“Inspirare/Espirare!” affronta direttamente la disuguaglianza, narrando l’emergere e lo scomparire dei manufatti delle vittime e il sogno di una fine per il conflitto. L’Ucraina occidentale, sebbene meno colpita dai bombardamenti e caratterizzata da una minore ansia diretta, registra un numero crescente di persone con disabilità, rendendo la percezione delle disuguaglianze ancora più acuta in questa regione.

La mostra lancia una sfida cruciale: spostare l’attenzione dalla mera compassione al profondo rispetto. La società ucraina odierna è profondamente divisa: tra coloro che hanno preso parte attiva al conflitto e chi lo ha vissuto da lontano; tra le vittime dirette e coloro che devono comprendere la loro condizione con dignità e rispetto; e infine, tra chi anela alla pace e chi la teme.
Il padiglione presenta cinque opere di grande impatto visivo ed emotivo, realizzate da altrettanti artisti. Le creazioni sono accomunate dal concetto di “cartografia condivisa” che esplora la mentalità, la stabilità fisica e l’identità nazionale ucraina.

Volodymyr Semkiv: ha creato la scultura “Optimist”, una testa di legno bruciata con un sorriso, che simboleggia la speranza che persiste anche in mezzo alla distruzione.
Oleksa Furdiak: la sua installazione “Breath” (Respiro) incarna il ritmo e la continuità della vita, simboleggiando il respiro della nazione tra guerra e pace attraverso l’alternarsi di cilindri neri che assomigliano a polmoni.
Denys Shymanskyi: nell’installazione “Pillar of Life / Gaps – Shelter” (Pilastro della Vita / Lacune – Rifugio) ha parlato dei luoghi che sono diventati un rifugio per milioni di ucraini, degli spazi tra vita e morte, paura e pace.
Veronika Cheridnichenko: ha presentato un’installazione virtuale che sfuma il senso di spazio e tempo, riflettendo il disastro ecologico causato dalla distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka e il suo impatto sul paesaggio e sulla coscienza delle persone.
Olha Kuziura: ha presentato un’installazione di mani bianche che sporgono dal muro, simboleggiando le perdite fisiche del popolo ucraino e l’indomabilità dello spirito nella lotta per il futuro.

Attraverso l’arte, il padiglione ucraino offre una prospettiva intima e potente sulle sfide e le divisioni interne, invitando i visitatori ad una riflessione più profonda sulle molteplici facce della disuguaglianza.