C’è chi vede nei muri dei confini e chi, come Deborah Pietragalla, li trasforma in superfici libere su cui far vivere emozioni, identità e visioni. Deborah ha infatti scelto la pittura murale come linguaggio espressivo capace di dialogare con lo spazio architettonico, ma anche con chi lo abita o lo progetta.
Il suo approccio è unico: non si limita a “decorare” una parete, ma interpreta le suggestioni del committente per tradurle in opere site-specific, pensate per esistere solo lì, in quell’esatto punto, su quella determinata superficie. Ogni muro ha una materia, una voce, una storia: Deborah la ascolta, la osserva, ne valorizza imperfezioni e texture, lasciandosi guidare nella composizione artistica. Il risultato non è mai un semplice affresco, ma una vera e propria narrazione visiva.
Fondamentale in questo processo è il dialogo. Che si tratti di un architetto, un privato o un imprenditore, il confronto iniziale è l’anima del progetto. Non si parla solo di soggetti o stili, ma di emozioni, palette cromatiche, materiali, suggestioni sensoriali. È così che prende forma un’opera che riflette davvero la personalità di chi la desidera e lo spirito del luogo che la ospita. L’opera di Deborah si inserisce nello spazio in modo organico, creando una connessione profonda con gli elementi esistenti: mobili, luci, volumi e materiali dialogano con il murale in un equilibrio visivo ed emotivo.