Si chiama Arcolitico ed è un’opera di dimensioni monumentali creata dal designer Raffaello Galiotto per Margraf (che l’ha voluta per posizionarla nella sua nuova sede espositiva): un arco parabolico sperimentale, alto 14,5 metri, in Fior di Pesco Carnico – marmo di cui Margraf possiede l’unica cava esistente al mondo – progettato a computer con avveniristici software parametrici e lavorato esclusivamente a taglio con l’impiego di un telaio a filo, a controllo numerico.
Con questa realizzazione, il designer è riuscito a superare il tradizionale concetto di modellazione della materia litica mediante asportazione dell’eccesso e ha realizzato la forma, complessa, curva, scanalata e vuota, mediante separazione, dividendo le parti e riducendo lo scarto quasi allo zero.
La simbologia dell’arco (unione, sostegno, varco d’accesso, protezione) fa di Arcolitico una grande apertura: una porta verso la prossima stagione della pietra, un anello di congiunzione tra un passato glorioso, in cui l’azienda ha saputo interpretare arditi progetti di importanti architetti, e la contemporaneità tecnologica, rappresentata qui dalla realizzazione di Arcolitico.
L’intera forma parabolica, torta e scanalata, nasce infatti dalla volontà di sperimentare la produzione di forme articolate a scarto ridotto mediante l’impiego di una precisa tecnica: il taglio a filo sagomatore diamantato controllato numericamente.
Il taglio, a differenza della scalpellatura o fresatura, è in grado di separare il marmo in parti senza frammentare lo scarto, il quale, se opportunamente considerato in fase progettuale, può diventare a sua volta figura, o forma utilizzabile; il concetto separativo è, in questa modalità, il più idoneo per un utilizzo pressoché totale della materia grazie al forte contenimento degli sprechi.
Arcolitico sviluppa questo principio produttivo e costruttivo elevando la complessità formale in continuità di superficie mediante l’impiego di un software parametrico per la progettazione e un filo sagomature a sette assi controllati per la lavorazione.
La piega di Arcolitico, sia quella parabolica del fusto ricurvo che quella sovrascritta in superficie, è la cifra distintiva che caratterizza l’opera: una piega contemporanea che interpreta le scanalature colonnari classiche attraverso una modalità inedita, elaborata dal software, prodotta dalla macchina a controllo numerico e con la totale assenza della mano, sia nel disegno che nell’esecuzione.
Il progetto dell’intero arco, dal profilo di curvatura parabolico ai percorsi binari di taglio finali da inviare alla macchina, è stato realizzato con il software parametrico Grasshopper, un applicativo del software disegno tridimensionale Rhinoceros: l’impiego di questo potente strumento ha permesso la costruzione di un complesso algoritmo aggiornabile, in grado perciò di essere modificato, ottimizzato senza necessariamente dover essere ridisegnato da capo a ogni sua variazione.
La necessità di portare tutti i fattori al limite – lo spessore degli elementi, la dimensione dei blocchi, la sagomatura interna ed esterna, il rispetto dei limiti macchina in ampiezza di taglio, inclinazione massima- ha contemporaneamente condizionato e guidato il progetto lungo il percorso creativo, rendendo la sfida ardua, ma avvincente.
Arcolitico diviene così il simbolo del nuovo corso di Margraf: per chi vuole vederlo con i propri occhi, il monolite è esposto nella nuova “Area Margraf” di Gambellara (VI), lungo l’autostrada A4, tra Milano, Venezia, all’uscita del casello di Montebello.