HomeArchitetturaBogen, il bistrot dei fiori di noa* a Bolzano

Bogen, il bistrot dei fiori di noa* a Bolzano

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Il bistrot Bogen è stato progettato da noa* all’interno di un particolare edificio a due piani situato nel centro di Bolzano, su incarico della famiglia Mayr, proprietaria dell’immobile.

Il progetto ha interessato in particolare lo spazio al piano terra dove nel XIX secolo lavoravano calzolai, falegnami, carrettieri, commercianti di legname e frutta, e dove, in tempo più recenti, era nato il primo ristorante della via.

Il forte rapporto con la storia è stato determinante: sia perché la casa è sottoposta a tutela monumentale, sia perché il team di progettisti ha voluto accentuare al massimo l’architettura originaria delle arcate, che lo stesso bistrot omaggia con il nome “Bogen”, in tedesco “arco”.

Nella facciata esterna, l’intervento si è tradotto in un accurato rifacimento dell’intonaco nel colore bianco fumo e nell’allargamento dell’arco d’entrata. Qui è stato installato un elegante serramento in metallo nero tripartito che segue l’andamento a sesto ribassato e che permette una buona illuminazione naturale.

Per gli interni, l’idea spaziale alla base era quella di porre l’accento sui quattro archi che su entrambi i lati ritmano i quasi 19 metri di profondità del locale. Per farlo, noa* ha agito sia sul piano orizzontale che verticale. Nel primo caso, risolvendo già in entrata il preesistente dislivello interno con una piattaforma in legno di rovere e scegliendo per la pavimentazione un massetto dalla granulometria grigio-beige che non creasse un forte distacco cromatico dalle pareti. Su queste noa* ha invece lavorato sull’illuminazione, preferendo faretti che esaltassero delicatamente le curvature degli archi all’illuminazione puntuale dei tavoli. Tranne che per i due tavoli nella parte finale, non ci sono singoli pendenti e l’illuminazione aggiuntiva è risolta con lampade a stelo.

Prendendo ispirazione dalle richieste dei committenti, noa* ha strutturato il design attorno ad un motivo floreale, creando nello spazio centrale l’elemento cardine degli interni: un accogliente bancone lungo 7 metri disposto sotto un soffitto di cesti di fiori. Il bancone è, sul lato destro, anche piano di lavoro, essendo libero dagli sgabelli e ospitando cassetti e vani tecnici. Altri dettagli interessanti rendono questo mobile un unicum: le sei gambe sono una diversa dall’altra e uno specchio riveste la struttura centrale su tre lati, alleggerendone la sua presenza nello spazio. Il ripiano è una lastra di pietra Nacarado, scelta per le sue particolari venature e il colore caldo. Sopra il tavolo, l’ampia composizione floreale che sembra riversarsi dal soffitto è una creazione della padrona di casa Roswitha Mayr. Fra i fiori trovano posto anche le lampade pendenti in rattan, anch’esse a richiamare il motivo del cesto.

Allo spazio partecipato del grande bancone si contrappone l’intimità dei tavolini disposti lungo il lato sinistro del bistrot, al riparo degli archi e con vista sul vicolo esterno parallelo all’edificio. La sensazione di privacy è ulteriormente accentuata nella prima coppia di archi, dove le pareti sono rivestite da un tessuto con una raffinata stampa floreale e le sedute sono ricavate nelle rientranze del muro. La nicchia a chiusura del locale è stata progettata nello stesso modo. In continuo dialogo fra passato e presente, anche per le sedie noa* ha deciso di alternare nuovi pezzi in legno e stoffa a delle sedie vintage riverniciate.

Le aree dei servizi sono due: la cucina, ristrutturata interamente e realizzata nella parte finale del locale, e i bagni. Questi sono stati raggruppati in uno spazio che diventa elemento d’arredo: è infatti un prisma perfetto, in lamiera metallica perforata, su cui è stato stampato lo stesso motivo floreale che adorna gli archi. In questo modo noa* unisce le esigenze tecniche di acustica con l’estetica del locale: i pannelli isolanti non si vedono sotto la superficie di metallo perforata.

L’interior designer Silvia Marzani conclude:

In questo progetto abbiamo voluto curare ogni dettaglio, riuscendo nell’intento di realizzare un design coerente, dal forte carattere contemporaneo seppur in un ambiente vecchio di secoli. Un passo nel presente e nel passato di Bolzano allo stesso tempo.”