A Roma, nel cuore del quartiere della Vittoria, all’interno del complesso di case dell’I.C.P. progettate da Innocenzo Sabbatini nel 1925, tra ampi giardini interni, bugnati, timpani logge e altane, 02A studio è intervenuto su Casa Sabotino, un appartamento di circa 100 mq caratterizzato dalla qualità della luce e dal fascino discreto dei pavimenti continui in terrazzo veneziano.
L’ ampio ingresso filtra elegantemente la zona giorno, dove il susseguirsi degli ambienti è ritmato da una libreria a ponte azzurro polvere tra soggiorno e zona pranzo e da una porta scorrevole in ferro e vetro che separa la cucina. L’architetto Matilde Masi spiega:
“L’insieme cromatico, ispirato ai toni neutri del seminato veneziano, spazia con disinvoltura tra i nocciola e i rosati, costituendo un fondo armonico dal quale emergono, senza stonare, il velluto ocra del divano e le laccature delle falegnamerie”.
Un corridoio con doppio affaccio sul soggiorno corre parallelo alla sala, nascondendo l’accesso al bagno e ospitando un grande armadio a muro con ante scorrevoli in legno rivestite in tessuto naturale color corda.
L’architetto Marco Rulli aggiunge: “Il tema del decoro si riflette anche sul soffitto, dove le linee spezzate degli stucchi si contrappongono alle morbide volute delle tassellature in marmo del pavimento”.
La zona pranzo, racchiusa tra soggiorno e cucina, diventa il perno dei flussi domestici di Casa Sabotino. Il tavolo circolare in marmo bianco e l’unica sospensione della zona giorno suggellano e definiscono questo ruolo. L’ armadio a muro in legno massello con inserti in paglia di Vienna dialoga con le geometrie decise dei profili a soffitto in gesso mentre due ante scorrevoli in ferro nei toni del burro costituiscono una quinta dietro cui si sviluppa la cucina a ferro di cavallo. La pavimentazione della cucina prende spunto dagli elementi decorativi già presenti in casa.
Il bagno degli ospiti è preceduto da una zona lavanderia passante attrezzata con armadiature in rovere su ambo i lati. Il varco centinato con mostre color ciliegia segna l’accesso alla zona privata incorniciando la vasca freestanding di fronte alla finestra mentre la carta da parati fitomorfa emerge da una boiserie in regoli di ceramica color blu intenso rifinita con bordature in marmo di carrara. La pavimentazione corre continua sui due ambienti e configura un fondo neutro rosato che ben dialoga con il frassino naturale curvato del mobile bagno.
La configurazione del bagno della zona notte, ricavato dalle superfici eccedenti di corridoio e ingresso, traduce gli spazi di provenienza in due zone ben distinte mantenendo traccia del varco originale che diventa separazione tra il mobile lavabo di fronte alla porta di ingresso e la doccia. Le due zone funzionali all’interno del bagno, benché legate dalla stessa pavimentazione, sono state trattate in modo diverso: se all’ingresso, su sfondo azzurro, ci accoglie un mobile borgogna sagomato in nicchia e impreziosito da un piano in marmo che diventa rivestimento fino ad incontrarsi con lo specchio a tutta parete (che nasconde un vano contenitore), varcando l’imbotte spicca l’aspetto minimale, quasi asettico, della zona più intima della casa, attraverso l’utilizzo di toni freddi e una selezione di materiali come marmo, ceramica, acciaio e vetro.
Le due camere da letto, dalle dimensioni volutamente contenute, sono accomunante da una boiserie in smalto rifinita da un bordo in legno laccato. La camera principale accoglie un armadio con ante scorrevoli rivestite con specchio brunito che amplia lo spazio e duplica il letto dai profili “bold” rivestito in tessuto bouclé rosato sul quale fluttua la lampada in garza leggera di Northern Lighting. La camera degli ospiti vede un divano letto materassé prugna con una sospensione sovradimensionata di Gropius Lamp.
Casa Sabotino diventa così un progetto misurato, che mantiene e valorizza i caratteri della Roma di inizio secolo evocando, attraverso l’utilizzo di tonalità polverose, legni naturali e tessuti leggeri, una generale sensazione di familiarità e accoglienza comunemente denominata hygge.