HomeArchitetturaDalla Russia alla Persia, l’architettura ibrida lungo la Via della Seta

Dalla Russia alla Persia, l’architettura ibrida lungo la Via della Seta

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Kazakistan, Kirghizistan, Tajikistan e Uzbekistan: nomi esotici per terre che da sempre ci sembrano remote, di cui fatichiamo a tracciare i contorni sulla cartina geografica e che difficilmente visitiamo nel corso della nostra vita.

Non per questo però si tratta di luoghi privi d’interesse, per esempio dal punto di vista architettonico: i fotografi italiani Roberto Conte e Stefano Perego hanno deciso di dirigersi proprio in queste regioni, un tempo repubbliche sovietiche, per realizzare un reportage fotografico sugli edifici costruiti nel periodo compreso tra gli anni Cinquanta del secolo scorso e la caduta dell’Unione Sovietica, oggi confluito nel libro Soviet Asia pubblicato da Fuel.

Dalla raccolta di immagini emerge una forma di architettura del tutto particolare, una sorta di ibrido tra l’uniformità dello stile modernista tipicamente sovietico e influenze varie, principalmente di origine persiana e islamica: così, in edifici residenziali e pubblici, università e teatri, grandi lastre di cemento grigio e linee rette si mescolano a forme curve e ad elementi decorativi anomali, come piastrelle colorate e mosaici.

Un libro utile per capire qualcosa di più dei modi in cui l’architettura può essere contaminata dalle tradizioni locali e dalla storia dei popoli, un invito a viaggiare di nuovo, almeno con la mente, sull’antica Via della Seta.

Fotografie di Roberto Conte e Stefano Perego.