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Flaviano Capriotti Architetti firma le nuove Suite di Park Hyatt Milano

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Nella cornice ottocentesca del Park Hyatt Milano – hotel cinque stelle lusso a due passi dal Duomo, con accesso diretto alla Galleria Vittorio Emanuele II – Flaviano Capriotti Architetti ha firmato il progetto delle nuove camere, tra cui meritano una menzione speciale le tre Signature SuiteDuomo, Montenapoleone e Brera – e le Suite Solferino e Fiori Chiari.

Si è trattato di un intervento di riqualificazione estetica e funzionale degli spazi che ha visto coinvolte camere di diverse categorie e dimensioni e ha attinto all’eredità e ai caratteri della modernità dei Maestri del dopoguerra. Valorizzando materiali della tradizione e prediligendo nuance neutre e morbide, l’architetto ha realizzato Suite accoglienti e confortevoli, in cui il lusso è sussurrato, discreto, senza tempo. Al centro del progetto ci sono Milano e la milanesità, a sottolineare il profondo legame del Park Hyatt Milano – che ha appena festeggiato i suoi primi vent’anni – con la storia e la cultura della città.

© Filippo e Andrea Tagliabue

Il concept

Un racconto visivo che si snoda tra storia, design, letteratura e poesia: il progetto che ha portato alla realizzazione delle tre Signature Suite dell’hotel è nato da un intreccio di suggestioni. La Suite Brera si trova al piano nobile dell’hotel, mentre le Suite Montenapoleone e Duomo, collocate al sesto piano, grazie ai loro terrazzi si aprono direttamente sul cielo in linea con gli altri tetti della città. «Questo scorcio di azzurro, che a Milano ha delle varianti cromatiche uniche, dal ceruleo grigio al rosso ambrato, mi ha ricordato un passo dei “Promessi Sposi” nel quale Renzo, in fuga da Milano, si rifugia in un casolare in campagna e, svegliandosi la mattina si ritrova a vivere la luce dell’alba» – racconta l’architetto e prosegue – «ad accoglierlo c’è il cielo terso: un passaggio che ho sempre amato per la straordinaria capacità registica di Manzoni, che trasforma un testo scritto in un’immagine vivida e potente. Il senso di pace di quelle righe, circonfuso dall’amore per il panorama lombardo, è stato il punto di partenza nel viaggio che mi ha condotto alle Suite».

© Leo Torri

Le tre Signature Suite: Duomo, Montenapoleone e Brera

Seppur distribuite su metrature diverse, le tre Signature Suite Duomo, Montenapoleone e Brera sono accomunate da un medesimo segno strutturale, materico e stilistico.

Entrando ci si trova immersi in spazi ariosi, avvolti da nuance morbide e accomodanti, dove i portali danno modo all’ospite di condurre lo sguardo sull’intera area degli appartamenti, i cui pieni e vuoti permettono un dialogo continuo tra interni ed esterni. È un materiale caldo e accogliente come il legno massello di rovere scuro spazzolato a tracciare i vari ambienti, alternato al pregiato marmo Verde Alpi, in un gioco di equilibri che valorizza tessili e arredi tra cui – oltre alla maggior parte realizzata su disegno dell’architetto Capriotti – spiccano pezzi di design firmati da Franco Albini, Luigi Caccia Dominioni, Angelo Mangiarotti, Gio Ponti, Ignazio Gardella ed Enzo Mari.

In un rimando all’antica arte della lavorazione della seta, celebrata tra Milano e il Lago di Como, l’architetto ha scelto di rivestire le pareti delle Suite con carta da parati in seta color grigio perla, intervallandola a una boiserie in noce nazionale biondo, un materiale della tradizione qui utilizzato nella sua cromia naturale, morbida e opaca, per mostrare la vera essenza del legno. In tutte le Suite nuance neutre lasciano spazio ad occasionali tocchi di giallo e arancio, a ricordare le venature del cielo all’alba e al tramonto, con l’aggiunta ricorrente del verde petrolio, colore sobrio e sofisticato, molto usato negli interni milanesi, che ritroviamo in alcuni elementi d’arredo. Un tema fondamentale è quello dell’illuminazione: “la qualità della luce ha un’importanza critica, deve essere calda e generare le ombre e gli accenti giusti: un sistema d’illuminazione non si dovrebbe percepire, proprio perché deve avvolgere gli ospiti in modo soffuso, puntuale e naturale”, spiega l’architetto.

Nelle Suite all’ultimo piano l’architetto Capriotti ha definito una zona ibrida tra interno ed esterno, disegnata per essere riconoscibile: «il suo soffitto è in legno, a differenza degli altri presenti nell’appartamento, come se fosse una cellula di spazio esistente tra il dentro e il fuori» spiega. Collocate al sesto e ultimo piano dell’hotel, le Suite Montenapoleone e Duomo sono dotate di terrazzi e soggiorni concepiti con ampie parti a veranda per poter godere anche all’interno della loro atmosfera rilassata. L’architetto ha tracciato un layout chiaro e funzionale: da un lato nelle Suite si apre la zona living, dall’altro c’è l’accesso diretto ai terrazzi che, in pieno stile Park Hyatt, consentono all’ospite di vivere nel centro di Milano, ma con discrezione, trascorrendo serate all’aperto circondati da confortevoli sedute e divani oltre che da un verde rigoglioso.

La Montenapoleone si sviluppa su 180 mq, ha un terrazzo di 35 mq e con le due camere connettibili anch’esse con terrazzi la superficie della Suite raggiunge i 260 mq. La Duomo, che deve il suo nome alla vista che offre sulla Madonnina dal suo terrazzo di 30 mq, dotato di area relax e Jacuzzi, occupa una superficie di 130mq ed è posta in connessione con un’altra Suite con terrazzo e con una camera di circa 40 mq.

La simmetria razionale degli spazi, con i portali al centro delle stanze, viene meno solo nell’area che divide il salotto dalla sala da pranzo, per far spazio ad un camino bifacciale, con un lato concavo in bronzo ed il retro in marmo. La maestria del design italiano si ritrova in pezzi come le librerie di Albini, le poltroncine di Caccia Dominioni, le consolle in marmo di Mangiarotti, le poltrone di Gio Ponti, i tavoli di Enzo Mari.

All’ampia cabina armadio, dotata di vanity station con sedute in pelle, si aggiunge un bagno rivestito in marmo verde Alpi spazzolato in contrasto con il Bianco Venezia levigato. Un ambiente che fa da perfetta cornice ad una rilassante vasca da bagno, o nella steam shower, una doccia con una particolare funzione capace di ricreare il vapore di un bagno turco. Studiata con gli stessi tratti stilistici e la medesima impostazione, ma disposta invece al piano nobile dell’edificio, la Suite Brera – che si sviluppa su 100 mq di spazio – gode di soffitti alti e solenni di 4 metri.

Affacciata sulla cupola di vetro del cortile ottocentesco, cuore nevralgico della vita dell’hotel, la Brera offre una vista romantica e suggestiva. Ulteriore elemento in comune è l’approccio distintivo all’arte: nelle Suite si alternano opere già acquisite dalla proprietà e nuovi acquisti che hanno puntato anche sull’italianità, con sculture di autori come Mattia Bosco, e opere pittoriche di Natale Addamiano e Santeri Tuori.

Poste anch’esse al piano nobile dell’hotel, le Suite Solferino e Fiori Chiari, sono comunicanti tra loro raggiungendo una superficie complessiva di 140 mq. Esattamente speculari tra di loro, le due Suite presentano gli stessi materiali delle tre Signature Suite, come il marmo Verde Alpi che decorale superfici dei bagni. La Suite Fiori Chiari è infine dotata di un balcone che affaccia su via Mengoni.