HomeArchitetturaL'architetto Giorgio Palù firma il nuovo Museo Diocesano di Cremona

L’architetto Giorgio Palù firma il nuovo Museo Diocesano di Cremona

-

 

La Diocesi di Cremona era l’unica delle dieci Diocesi lombarde a non aver ancora realizzato un proprio Museo ma, ora, non è più così. Il progetto del Museo Diocesano è stato affidato all’architetto Giorgio Palù che ha svolto i lavori tra il 2016 e il 2022.

© Roland Halbe

Il sito si trova presso il Palazzo Vescovile situato proprio nelle vicinanze della Cattedrale e del Battistero, sede del Museo delle Pietre Romaniche, nonché del centro storico e del Museo del Violino.

© Roland Halbe

L’ingresso del Museo Diocesano, situato nella parte nord-est della facciata principale del Palazzo Vescovile, è caratterizzato da una porta in bronzo che si inserisce nella partizione dell’edificio, denunciandosi come intervento unico e riconoscibile, in grado di segnalare al visitatore la presenza di un importante luogo aperto al pubblico.

© Roland Halbe

Non appena entrati si resta subito affascinanti dalle imponenti sale voltate che ospitano la direzione del Museo, la biglietteria ed il bookshop caratterizzato da un bancone di forma curvilinea. A separare lo spazio privato dell’ufficio del direttore e la parte pubblica vi è una parete in cartongesso perimetrata da una vetrata, in modo da non inficiare la percezione complessiva dell’ambiente. La chiusura è garantita infatti da un vetro fisso superiore e da due porte in vetro laterali.

© Roland Halbe

Dall’ingresso si passa poi nell’ex cortile interno del Palazzo che è stato ricoperto da una leggera struttura in acciaio e vetro e trasformato così in un pozzo di luce naturale.

Al centro di questo ambiente si trova la grande scala d’acciaio e vetro, “colonna vertebrale” del Museo. Questa scala permette infatti di accedere al primo piano (riservato alle mostre temporanee) e al piano inferiore dove si snoda l’allestimento.

© Roland Halbe

Il piano inferiore ospita oggi, nei suoi oltre 1.700 mq, 12 sale suddivise in 7 sezioni: Le origini della Diocesi, L’incarnazione e il mistero mariano, La redenzione della croce, I santi intercessori, Le opere della collezione Giovanni e Luciana Arvedi Buschini, La Tavola di Sant’Agata, L’età visconteo-sforzesca con il Tesoro di Pizzighettone. In questi spazi, restaurati e rifunzionalizzati, si possono trovare ancora tracce del passato come i camini e la ghiacciaia in mattoni.

© Roland Halbe

Infine, per quanto concerne l’allestimento, è stato scelto uno stile minimal, nelle forme e nei colori, per poter mantenere alta l’attenzione sulle opere. Anche l’illuminazione è stata studiata appositamente sala per sala. Il risultato è un sistema a led di ultima generazione, installato su binari elettrificati (230V) con 3 accensioni separate, controllate da un sistema Dali con cui è stato cablato l’intero sistema per offrire la possibilità di dimmerare i corpi, permettendo così di avere la corretta intensità di luce su ogni opera. Inoltre è stata prestata molta attenzione a mantenere un angolo di incidenza della luce compreso tra i 30 ed i 35 gradi per permettere di avere un’ottima illuminazione delle opere senza che il visitatore sia soggetto ad abbagliamenti o riverberi creati dall’effetto della luce sull’opera stessa.

In questi giorni, e fino al 2 giugno 2024, chi visita il Museo Diocesano può anche vedere la mostra personale di opere e installazioni site-specific dello stesso architetto Giorgio Palù. Le opere della mostra God Save Matter sono ospitate negli spazi che accolgono la collezione permanente e negli ambienti adibiti alle mostre temporanee.