Architetto, designer, art director, scrittore, poeta, critico e artista: nel corso della sua vita, iniziata e conclusa a Milano, Gio Ponti fu tutte queste cose insieme e probabilmente anche altre, così da rendere molto difficile dare una definizione univoca della traccia da lui lasciata nella storia della cultura italiana e internazionale.
Scomparso nel settembre del 1979, esattamente quarant’anni fa, Gio Ponti diventa oggi il protagonista di una grande mostra organizzata in suo onore al MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo) di Roma e intitolata Gio Ponti. Amare l’architettura, prendendo spunto dal suo libro più famoso Amate l’architettura, uscito negli anni Cinquanta.
L’esposizione, che è visitabile fino al 13 aprile 2020, si sviluppa attraverso otto sezioni dedicate a concetti fondamentali espressi da Ponti nel corso della sua carriera e caratterizzate da un allestimento altamente scenografico ispirato all’idea pontiana dello spazio, concepito come fluido, dinamico e colorato.
Inoltre, una “mostra dentro la mostra” propone le opere di otto fotografi che hanno immortalato i progetti di Gio Ponti nel tempo attuale, mostrando la vita moderna che scorre attraverso luoghi come la Concattedrale di Taranto e il Grattacielo Pirelli a Milano.
Una retrospettiva che ci racconta non solo la vicenda di un italiano poliedrico e straordinario ma anche un pezzo importante della nostra storia moderna.
Photo © Musacchio, Ianniello & Pasqualini, courtesy Fondazione MAXXI.