L’Università di Parma e la Fondazione Accademia dei Giorni Straordinari hanno collaborato con Enrico Molteni Architecture per la realizzazione di un nuovo polo educativo dal programma misto a Parma.
L’architetto ha interpretato questa necessità realizzando due edifici in uno, identici e speculari tra loro. Il primo comprende un asilo nido e una scuola materna destinati ai figli, da 0 e 6 anni di età, di dipendenti e studenti dell’ateneo. L’altro è dedicato all’inclusione culturale e sociale di minori di età compresa tra i 10 e 14 anni che versano in situazioni di fragilità.
Situata nel parco universitario che si trova a sud della città emiliana, in un’area di margine prossima al torrente Cinghio oltre il quale si stendono campi coltivati, l’opera di Enrico Molteni è un padiglione leggero, realizzato su un unico piano fuori terra.
Esternamente l’immagine del polo didattico è quella conferita dal legno e dalla struttura. Il porticato, alto 5 metri e caratterizzato da esili appoggi lievemente inclinati, avvolge l’intera struttura senza dare luogo a fronti principali o gerarchie, secondo il principio della simmetria radiale che solitamente distingue un edificio pubblico da un edificio privato o di servizio. L’impianto planimetrico del progetto è composto da due quadrati avvolti dal portico continuo, a protezione delle facciate interamente vetrate. A separare fisicamente i due edifici c’è un taglio di 12 centimetri. La composizione in pianta è fortemente geometrica e fa uso di doppie simmetrie, di figure intere o sagomate, incastrate una all’altra: 72 spazi diversi per funzione e dimensione, tutti generati da una matrice comune di 360 x 360 x 360 centimetri e sottomultipli, tra loro complementari come in un incastro perfetto. Il padiglione si presenta così come un puzzle.
Internamente, ogni spazio si unisce in punti tangenti agli altri, e proprio in questi punti si aprono le porte vetrate: la posizione di queste aperture permette di allargare lo spazio, lungo linee di enfilade visuali che uniscono l’intero edificio da una facciata all’altra, per 70 metri. Ogni spazio ha più di tre punti di apertura diversi, che consentono di amplificare la luce naturale, le viste, le relazioni d’uso in più direzioni. Le connessioni tra le aule e la hall, ma anche tra aule e aule, intendono invece definire un uso fluido e flessibile, il cui equilibrio tra parti cieche e parti trasparenti, tra pareti e porte permette di vivere lo spazio come spazio totale.
In termini impiantistici, infine, il polo educativo è stato costruito secondo i criteri NZEB a elevata efficienza energetica e raggiunge una classificazione pari a 22,45 kWh/m2 anno.