Dopo trent’anni di assenza torna a Milano, suo luogo d’origine, la celebre Madonna Litta, capolavoro di Leonardo conservato al Museo Ermitage di San Pietroburgo e ospite dal 7 novembre 2019 al 10 febbraio 2020 presso il milanese Museo Poldi Pezzoli nel contesto della mostra evento Leonardo e La Madonna Litta, vero e proprio culmine delle celebrazioni in città durante tutto l’anno leonardesco.
All’interno dello spazio espositivo, che ospita anche una ventina di lavori realizzati da artisti della bottega di Leonardo, l’opera dialoga in maniera armonica con ciò che la circonda, grazie all’allestimento concepito appositamente dallo studio di architettura Migliore+Servetto, una cornice che permette al visitatore di accostarsi all’arte esplorando al contempo l’architettura del contesto storico.
La storia del luogo, infatti, emerge in dialogo con un sistema di alti velari che ritma gli ambienti e si configura come piano espositivo delle opere: queste ultime, sostenute da leggeri cavalletti, si offrono al visitatore affiorando attraverso una superficie densa ma permeabile allo sguardo, resa impalpabile dal succedersi di trasparenze e luce.
Il percorso di scoperta, disegnato per tappe successive e strutturato intorno ad un allestimento leggero e mai invasivo, gioca sul doppio piano di lettura, quello delle opere e quello delle sale che le accolgono, per rendere la visita un’esperienza unica e memorabile.
Il susseguirsi dei contenuti, definito dalla curatela, ha portato a costruire infatti un percorso di conoscenza dove la posizione baricentrica della Madonna Litta riveste il ruolo di riferimento a cui tutto si rimanda: partendo dal disegno di Leonardo e proseguendo con la scoperta della produzione degli allievi, la visita culmina perciò proprio nello spazio che ospita la Madonna Litta.
Il dipinto è presentato al centro di un fondale velato, dai toni scuri, come protagonista assoluto, valorizzato da un’illuminazione puntuale e dalla presenza di una coppia di disegni preparatori posti sulla parete a lato; subito dopo, il visitatore incontra un’area dedicata alle opere degli allievi dove l’esposizione, nel continuo gioco di trasparenze, mantiene la relazione visiva con l’intorno.
Infine, a corollario della visita, salendo al piano superiore, una serie di video offrono un ulteriore approfondimento sull’opera e sulle problematiche attributive: prima ripercorrendo i passaggi del riconoscimento dell’autenticità del dipinto e poi restituendo un’istantanea della fruizione della stessa; l’obiettivo, in questo caso, è indagare lo sguardo del visitatore sul quadro e la sua spontanea reazione, attraverso un curioso documento d’epoca realizzato a San Pietroburgo.
La visita diventa così un’esperienza di sublime bellezza, in cui lasciarsi rapire dal fascino di un genio che non smette ancora oggi di stupire.
Fotografie di Andrea Martiradonna.