HomeArchitetturaModourbano firma i nuovi uffici di Boato International a Monfalcone

Modourbano firma i nuovi uffici di Boato International a Monfalcone

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Boato International, azienda impegnata nella realizzazione di impianti “chiavi in mano” per la produzione di materiali impermeabilizzanti bituminosi e di ogni relativa installazione periferica, ha affidato a Modourbano la progettazione dei nuovi uffici tecnici dello stabilimento di Monfalcone.

© Margherita Caldi Inchingolo

Il progetto parte dalla necessità di comunicare la continua espansione dell’azienda, con un settore produttivo che si proietta sempre di più verso l’automazione e la digitalizzazione dei processi, e un reparto di progettazione interna, anch’esso in trasformazione, che esprime esigenze nuove e impellenti.

© Margherita Caldi Inchingolo

Modourbano ha quindi elaborato una strategia di progetto nell’ottica di una nuova concezione degli spazi di lavoro, senza dimenticare la storia, l’identità e i colori dell’azienda. Nascono così nuovi uffici che uniscono l’elemento dell’organizzazione contemporanea del lavoro, tramite l’ideazione di spazi non convenzionali, all’immagine della produzione industriale e della tecnologia, grazie all’utilizzo di forme e materiali che vi si ispirano.

© Margherita Caldi Inchingolo

Impianti a vista, boiserie in finitura alluminio, pavimenti tecnici e forme geometriche pure si alternano a morbidi materiali tessili che definiscono i limiti tra spazi condivisi e spazi privati, con il fine di modulare la funzione e contribuire al benessere acustico dei locali. Un sottile nastro metallico rosso (prodotto dalle maestranze interne dell’azienda) percorre l’intero progetto collegando le funzioni e i materiali di cui sono costituiti gli uffici. Il colore rosso del marchio viene ripreso anche in alcuni spazi di collegamento fra le zone (il vano scala, il disimpegno che porta verso la produzione e contiene l’ascensore), nelle pareti, nel pavimento della Obeya Room, nelle cellule private delle Phone Booth e nella Break Area.

© Margherita Caldi Inchingolo

L’open space è divisibile tramite una tenda acustica in due zone: un’area organizzata con una serie di isole operative a quattro postazioni, e un’area flessibile, caratterizzata da postazioni modulari componibili in diverse configurazioni a seconda dell’attività svolta (corsi di aggiornamento, riunioni, comunicazioni dell’azienda al personale). A collegare visivamente l’open space con la sala riunioni ci pensano vetrate trasparenti con sottili profili rossi e un’ampia porta scorrevole a due ante.

© Margherita Caldi Inchingolo

La Obeya Room è dotata di una grande lavagna magnetica, posta in continuità sulle due pareti principali, e di un sistema di ripiani modulari che compone un tavolo riunioni circolare. Non manca una tenda acustica lungo le pareti vetrate per rendere privato lo spazio.

© Margherita Caldi Inchingolo

Sull’open space, infine, si affacciano anche altre due aree riunioni più piccole: una informale, collegata direttamente con la Break Area, i cui arredi in tessuto favoriscono e richiamano la funzione per cui è pensata, e una piccola saletta per le riunioni private. Tutte le aree sono cablate con sistemi pop up a pavimento nelle zone che necessitano di un’organizzazione libera nella disposizione degli arredi, a parete o negli appositi vani predisposti sulle scrivanie.