HomeArchitetturaRistrutturare per includere: la riqualificazione di un edificio storico a Viterbo

Ristrutturare per includere: la riqualificazione di un edificio storico a Viterbo

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Nou Group e RPA hanno recentemente vinto il bando di concorso per il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione del plesso dei Santi Simone e Giuda, un edificio storico nel centro di Viterbo situato in una posizione strategica vicino alle principali attività culturali ed economiche della città.

Il complesso – di circa 5.700 mq, di cui 2.500 coperti e oltre 3.200 mq di aree esterne – risale al XIV secolo e versava in uno stato di degrado che ha reso necessario un intervento urgente, individuato in una vera e propria ricucitura urbana nell’intorno dell’edificio.

© Nou Group

La facciata subirà un intervento di restauro conservativo: “Sull’esterno abbiamo voluto inserire solo un segno contemporaneo che caratterizza il nostro intervento: un blocco in corten racchiude la scala di un’uscita d’emergenza, spiega Daniele Conticchio di Nou Group.

Il progetto prevede la trasformazione dell’edificio in un Collegio di Merito per l’Università degli Studi della Tuscia e in un centro di accoglienza per donne vittime di violenza e disagio sociale.

Negli interni sono stati recuperati i colori originali degli intonaci e sono stati restaurati gli affreschi, che purtroppo erano in condizioni pessime. Sono state inoltre demolite tutte quelle partizioni aggiunte nel corso degli anni e Nou Group ha rimodulato gli spazi adattandoli alle nuove funzioni. L’edificio nasceva come convento, negli ultimi decenni del secolo scorso è stato utilizzato come casa di riposo ed è in disuso da oltre vent’anni. La nuova destinazione d’uso è mista: da una parte ci saranno le camere per studenti del collegio di merito, mentre l’altra parte sarà destinata agli alloggi per donne vittime di violenza.

© Nou Group

“Al centro del complesso il chiostro verrà riportato al suo valore originario che fungerà un po’ da fulcro di questa duplice funzione. Infatti, uno degli obiettivi del progetto è che, una volta popolato il complesso, sarà incentivato lo scambio tra gli studenti e le donne che vivranno all’interno; questo favorirà una funzione riabilitativa”, continua Daniele Conticchio.

Il fine principale dell’intervento è dunque quello di ridurre il disagio abitativo e migliorare la qualità della vita. Contribuiranno a questo scopo anche i nuovi spazi verdi: “Il cortile interno verrà ripiantumato con le essenze botaniche originarie. Anche il chiostro e il portico potranno, all’occorrenza, essere aperti come punto di incontro esterno o per organizzare manifestazioni. Siamo inoltre riusciti a ricreare un anello di raccordo che permette di girare tutto intorno al chiostro, e anche al piano superiore dell’edificio.”

In questo modo, il progetto non solo risponde a una necessità abitativa, ma diventa un motore di inclusione sociale, capace di generare un impatto positivo sulle persone coinvolte e sull’intera comunità locale.