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Studio Farris Architects progetta i nuovi HQ di Buysse & Partners ad Anversa

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Di recente, Studio Farris Architects ha progettato i nuovi Headquarters del gruppo finanziario Buysse & Partners all’interno del celebre BP Building di Anversa (Belgio), creato da Leon Stynen del 1963, puntando sul concetto di domesticità dello spazio ufficio e del conseguente gioco di aperture e relazioni tra gli ambienti.

Gli architetti hanno lavorato su oltre 800 metri quadrati di superficie in un edificio icona del modernismo belga; una matrice geometrica guida l’organizzazione dei nuovi ambienti di lavoro, lasciando riemergere la concezione strutturale originaria di Stynen.

I piani aggettanti e la griglia della facciata sono sostenuti da cavi d’acciaio appesi a nove travi trasversali poste sulla sommità dell’edificio che poggiano sulle due travi principali, le quali a loro volta scaricano tutto il peso sul nucleo in cemento armato. Questa soluzione conferisce a tutti piani dell’edificio trasparenza e flessibilità nella distribuzione.

L’intervento di Studio Farris Architects richiedeva la demolizione delle partizioni esistenti e la progettazione di uno spazio di lavoro che fosse caratterizzato da un’atmosfera di home working; gli architetti hanno quindi voluto massimizzare l’interazione con l’esuberante trasparenza dell’edificio di Stynen.

La nuova organizzazione planimetrica mette in evidenza la partizione determinata dalla disposizione dei cavi in facciata e, al tempo stesso, conferisce una maggiore apertura agli spazi di lavoro e ai vari ambienti di relax, dando luogo a una forte e continua interazione con l’esterno.

Un controsoffitto in elementi di alluminio laccati di color nero, di sezione rettangolare 6 7 e disposti in parallelo, accompagna alla scoperta dei vari ambienti. Preponderante nelle aree comuni, dove corre nel senso della lunghezza dell’edificio, il controsoffitto raggiunge anche gli spazi chiusi, sempre mantenendo la corrispondenza con la modulazione delle finestre e quindi della soluzione strutturale.

Il sistema di illuminazione segue la direzione del controsoffitto, mentre la pavimentazione degli spazi aperti e di circolazione è realizzata con un parquet quadrato disposto a scacchiera così da non determinare una direzione da seguire ma piuttosto assecondare la modularità strutturale dell’edificio in entrambe le direzioni.

I rivestimenti degli spazi chiusi varia a seconda della funzione dell’ambiente: in cucina un piastrellato decorato a scacchiera, in bagno piastrelle metropolitana, nelle sale riunione un tappeto continua il disegno del parquet. Scaffalature in legno, anch’esse modulate a partire dalla pianta di Stynen, svolgono la funzione di separatori negli spazi di lavoro e di relax.

La reception definisce uno spazio aperto che si apre completamente all’esterno e qui è presente una zona relax che si completa con un bar e un bancone dove mangiare e avere riunioni informali.

Alle due teste della pianta si trovano le sale riunione: da una parte la meeting-room direzionale con un’ulteriore zona relax; dalla parte opposta le altre sale riunione e tre piccole chatroom insonorizzate.

Infine, riprendendo il concetto di domesticità dello spazio ufficio, il passaggio tra un ambiente e l’altro è marcato da uno spesso telaio in legno lucidato nero che, nel sottolineare ancora una volta lo schema strutturale, aggiunge elementi di confortevolezza e di eleganza che contribuiscono a incentivare le relazioni tra gli ambienti. Lo stesso vale per i muri di separazione, trattati a grassello, che rielaborano, con una sensibilità vicina a alcune opere di Carlo Scarpa, la matericità del cemento presente nel nucleo centrale dell’edificio.