Estate in città? Le opzioni non mancano e la 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano intitolata “Inequalities” – che ha aperto i battenti il 13 maggio 2025 e sarà visitabile fino al 9 novembre 2025 – è una di queste (tanto più che l’ingresso sarà gratuito per tutto il mese di agosto).
L’edizione 2025 chiude una trilogia espositiva iniziata nel 2019 con “Broken Nature” e proseguita nel 2022 con “Unknown Unknowns”, focalizzando ora l’attenzione sulla dimensione umana e affrontando un tema urgente e politico come le crescenti disuguaglianze che caratterizzano le città e il mondo contemporaneo. Un tema che assume un valore inedito nella Milano segnata dagli scandali (al momento per lo più presunti) legati alla gestione urbanistica e immobiliare del territorio.
Per affrontare l’ampio e complesso tema delle disuguaglianze, la Triennale Milano ha raccolto pensieri, idee e proposte da ricercatori, creativi e studiosi di diverse discipline e provenienze geografiche, mantenendo due principali direttrici:
- Geopolitica delle disuguaglianze: il piano terra del Palazzo dell’Arte è dedicato a questa dimensione, concentrandosi in particolare sul mondo delle città e sul nuovo significato assunto oggi dai termini contrapposti di “ricchezza” e “povertà” nelle diverse sfere della vita urbana;
- Biopolitica delle disuguaglianze: il primo piano esplora le implicazioni biopolitiche delle disuguaglianze sociali, economiche e di genere, esaminando abitudini, stili e aspettative di vita nelle società contemporanee, osservando la biodiversità nei corpi sociali e la loro diversa mobilità nello spazio.

Mostre e progetti speciali: un atlante di riflessioni e proposte
La 24ª Esposizione Internazionale è innanzitutto un progetto collettivo che, attraverso otto mostre principali e dieci progetti speciali, indaga le sfide globali legate alle differenze in vari ambiti dell’esistenza: da quello economico a quello etnico, dalla provenienza geografica al genere. Tra i temi e le mostre spiccano:
- Cities (a cura di Nina Bassoli): la mostra indaga come le città siano diventate luoghi di rapida crescita delle disuguaglianze, nonostante il loro potenziale di ridurre gli squilibri. Attraverso 35 installazioni site-specific, propone una riflessione sulla nuova dialettica tra ricchezza e povertà, società e comunità, ecologie e città. Al suo interno, progetti come “The Book of Amos” di Amos Gitai denunciano corruzione e ingiustizie sociali attraverso l’interpretazione del profeta Amos da parte di attori israeliani e palestinesi. Vi è anche “Grenfell Tower. Total System Failure” di Kimia Zabihyan, che mette in luce la lotta e il coraggio delle vittime dell’incendio di Grenfell, criticando la negligenza statale e aziendale.
- Lo spazio delle disuguaglianze. Ambiente, mobilità e cittadinanze (a cura di DAStU e CRAFT, Politecnico di Milano): questa sezione esplora le disuguaglianze da una prospettiva territoriale, focalizzandosi sull’impatto differenziato dei fenomeni climatici estremi, le diverse opportunità di accesso alle risorse e le limitazioni alla mobilità, la negazione dei diritti di cittadinanza.
- Atlante del mondo che cambia (a cura di Maurizio Molinari): espone mappe che illustrano la moltiplicazione dei conflitti e le diverse letture del presente da parte di Stati Uniti, Russia, Cina ed Europa, esplorando temi come disuguaglianze, differenze di genere, flussi migratori e trasformazioni climatiche.
- Forme di disuguaglianze (di Federica Fragapane): utilizza la data visualization per raccontare le molteplici facce delle disuguaglianze, mostrando come i dati possano rivelare profonde asimmetrie e distanze, umanizzando le statistiche.
- Radio Ballads (curato e prodotto da Serpentine): esplora le storie di social worker e caregiver, interrogandosi su come comprendere, ascoltare e guarire attraverso la narrazione condivisa, focalizzandosi sui sistemi di cura e le voci delle comunità.
- Milano. Paradossi e opportunità (coordinato da Seble Woldeghiorghis, a cura di Damiano Gullì e Jermay Michael Gabriel): analizza come i divari economici e sociali si siano accentuati a Milano, identificando sei grandi paradossi e associando ad essi interpretazioni artistiche per stimolare una riflessione sul futuro inclusivo della città.
- Verso un futuro più equo (a cura di Norman Foster e Norman Foster Foundation): presenta progetti che affrontano le disuguaglianze sociali e ambientali attraverso il design e l’educazione, proponendo soluzioni per la trasformazione di insediamenti informali, la rigenerazione di città distrutte dalla guerra, accoglienza dei rifugiati, abitazioni sostenibili e produzione di energia pulita.
- 471 Days (di Filippo Teoldi): un’installazione che restituisce i 471 giorni del conflitto a Gaza attraverso colonne verticali di tessuto le cui lunghezze corrispondono al numero dei decessi, affiancando immagini satellitari di siti distrutti e storie personali per umanizzare le statistiche.
- Portraits of Inequalities. Pittura di classe (a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa): questa installazione presenta ritratti di benefattori della Ca’ Granda di Milano, riflettendo su come le classi privilegiate sono state rappresentate nel corso dei secoli, e contrapponendo a essi l’effige di un esponente di un’altra classe sociale dipinto da Giacomo Ceruti, l'”Omero dei poveri”.
- We the Bacteria: appunti per un’architettura biotica riflette sulle disuguaglianze attraverso il concetto di salute e microbioma. La mostra presenta una storia alternativa dell’architettura dal punto di vista dei microbi e propone nuovi modi di vivere insieme a essi. Include il progetto speciale “The Corner Problem” di Diller Scofidio + Renfro, che esplora come gli angoli interni nelle architetture moderne diventino microambienti dove batteri e polvere si accumulano, sfidando l’illusione del nostro dominio sugli ambienti.
- Un viaggio nella biodiversità. Otto stazioni sul pianeta terra (a cura di Telmo Pievani) esplora la biodiversità attraverso “città” di diverse entità (polpi, castori, funghi, esseri umani), utilizzando materiali organici e punti di osservazione per rammendare le fratture tra umanità e pianeta.
- La Repubblica della Longevità. In Health Equality We Trust (a cura di Nic Palmarini con Marco Sammicheli) affronta il cambiamento strutturale verso una società della longevità, sfidando la medicalizzazione e le disuguaglianze nell’accesso a un invecchiamento sano, proponendo semplici comportamenti quotidiani come strumenti per democratizzare la salute.
- Not for Her L’intelligenza artificiale che svela l’invisibile (progetto del Politecnico di Milano, idea di Donatella Sciuto): un’installazione che, attraverso l’intelligenza artificiale, permette di sperimentare le disparità legate al genere nel mondo del lavoro, stimolando il pensiero critico e la consapevolezza.
- Clay Corpus (opera di Theaster Gates): esplora la forza e la dignità negli oggetti d’uso quotidiano attraverso la pratica di due maestri ceramisti, Yoshihiro Koide ed Ettore Sottsass, trasformando le tracce materiali in archivi dell’artigianato.
- La fragilità del futuro (opera di Jacopo Allegrucci): una serie di animali in cartapesta che esprime una riflessione urgente sulla fragilità della realtà ecologica e le disuguaglianze nella relazione con il mondo naturale, simboleggiando le specie a rischio di estinzione.

Partecipazioni Internazionali: un dialogo globale sulle città
Come nelle edizioni passate, “Inequalities” include una sezione dedicata alle partecipazioni internazionali. Ogni padiglione nazionale si è concentrato su una specifica città per costruire una riflessione corale sulle disuguaglianze e individuare proposte politiche avanzate per ogni contesto urbano.
In sintesi, la 24ª Esposizione Internazionale “Inequalities” è un invito a esaminare una delle sfide più pressanti del nostro tempo, esplorando non solo i divari esistenti ma anche i potenziali percorsi verso un futuro più equilibrato e inclusivo. È un laboratorio di idee e proposte che mira a trasformare le disuguaglianze in fertili differenze per costruire un mondo di qualità condivise.