Con la mostra Metropoli: Visionary Architecture from Futurism to Rationalism, in programma dal 18 novembre 2024 al 7 febbraio 2025, prosegue la collaborazione di Fondazione Cirulli con la Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University. La mostra esplora una serie di progetti architettonici radicali e sperimentali, nati nel contesto dell’avanguardia futurista e del Razionalismo.
Durante la prima metà del Ventesimo secolo, questi movimenti hanno dato forma a un linguaggio nuovo, visionario e poetico, simbolo della vitalità del pensiero moderno.
A partire dal manifesto futurista di F.T. Marinetti del 1909 che celebra l’energia delle città moderne, la mostra riflette su come gli artisti futuristi immaginavano gli spazi urbani: dinamici e trasformativi, in rottura con il paesaggio rurale circostante.
Durante gli anni ’20 e ’30, l’ambizione modernista dei giovani architetti vicini al Razionalismo arriva a contrapporsi alle priorità estetiche dell’epoca fascista che, se da un lato permise alcuni spazi di progettualità sperimentale, dall’altro soffocò buona parte delle voci più innovative. L’eredità architettonica dei progetti e degli edifici di quegli anni plasma ancora oggi la nostra visione e lettura degli spazi urbani.
L’architettura futurista rappresentò una vera e propria rivoluzione nel campo della progettazione, proponendo soluzioni innovative e radicali che rompevano con i canoni tradizionali.
Le forme architettoniche futuriste erano dinamiche, slanciate e spesso asimmetriche, riflettendo l’idea di un mondo in continuo mutamento. I futuristi erano affascinati dai nuovi materiali industriali, come l’acciaio e il vetro, che offrivano infinite possibilità espressive e costruttive. L’architettura futurista si proiettava verso la creazione di una città ideale, funzionale e dinamica, caratterizzata da grattacieli, ponti sospesi e infrastrutture all’avanguardia. I futuristi rifiutavano categoricamente i modelli architettonici del passato, considerandoli antiquati e inadeguati a rappresentare la modernità.
L’architettura futurista tendeva a unire arte e tecnologia creando edifici che fossero al tempo stesso opere d’arte e strumenti di progresso.
Il razionalismo, movimento artistico e architettonico che ha lasciato un’impronta indelebile nel XX secolo, fu caratterizzato da una forte ricerca della funzionalità e di una semplificazione formale.
L’edificio o l’opera d’arte devono rispondere a precise esigenze funzionali, senza fronzoli inutili. La forma segue la funzione, come diceva Le Corbusier. Linee pulite, forme geometriche semplici, eliminazione di ogni ornamento superfluo. L’obiettivo è creare un’estetica essenziale e razionale. Vengono privilegiati materiali come il cemento armato, il vetro e l’acciaio.
La mostra, a cura di Ara H. Merjian e Nicola Lucchi (Magazzino Italian Art Museum) offre una selezione di opere provenienti dalla collezione della Fondazione. Il percorso racconta il ruolo centrale che la metropoli moderna ha avuto nella definizione dell’immaginario futurista e razionalista e il ruolo controverso dell’immaginazione razionalista sotto il regime fascista, insieme ad alcuni esempi notevoli di un’altra tendenza modernista che mirava a rappresentare il regime.
La mostra si conclude con alcuni esempi di architettura visionaria del dopoguerra in chiave futurista.