La prima mostra personale in Italia dello street artist, attivista Shepard Fairey è giunta a Milano ed è visitabile fino al 27 ottobre 2024 presso la “Cattedrale” della Fabbrica del Vapore. Promossa dal Comune di Milano, è curata personalmente dallo stesso artista e dalla galleria Wunderkammern in collaborazione con il Gruppo Deodato.
L’installazione va oltre gli spazi espositivi classici per diffondersi in città su maxischermi e nel quartiere Gallaratese dove Fairey ha realizzato il suo primo murale in Italia dal titolo “Tear Flame Peace” un inno alla pace universale impresso dall’artista sulla facciata di un palazzo nel popoloso quartiere milanese.
Obey, pseudonimo dell’artista statunitense – to obey, in italiano obbedire – è la parola che Shepard Fairey ha scelto come proprio nome d’arte in modo provocatorio, invitando l’osservatore a sviluppare il proprio senso critico e a disobbedire alle convenzioni sociali, quando necessario.
Con il suo stile anticonvenzionale Obey ha saputo interpretare la pop street art americana utilizzando colori e contrasti audaci, immagini iconiche, messaggi sociali e politici destinati a mettere in discussione il concetto di autorità e fornendo al pubblico una chiave di lettura critica e personale.
La mostra offre l’occasione per compiere un viaggio visivo e concettuale che si sviluppa attraverso un percorso di opere selezionate dall’autore e che rappresenta un “corpus” di lavori tra i più significativi della sua produzione artistica, includendo numerose opere che sono diventate icone della lotta contro le ingiustizie sociali, ambientali, politiche e civili.
Il percorso si articola in cinque sezioni, presentando alcuni dei temi più significativi della ricerca artistica di Shepard Fairey: Propaganda, Pace e Giustizia, Musica, Ambiente e Nuove Opere.
Si parte dalla campagna sticker “Obey” degli esordi del 1989, influenzata dalla cultura punk-rock, fino ad arrivare alle opere più recenti: la collezione mostra la personalissima visione dell’artista e invita il pubblico a prendere una posizione critica sulle tematiche più rilevanti dei nostri tempi.
Tra i suoi pezzi più iconici il poster “Hope” con il ritratto di Barack Obama, realizzato in occasione della campagna presidenziale del 2008, “Defend Dignity”, “Voting Rights are Human Rights”, “The Future is Equal”.
In tutte le opere si riconoscono immediatamente lo stile essenziale e la palette minimalista dei colori, essenzialmente rosso, nero e beige, che si fondono e sovrappongono alle diverse tecniche utilizzate, dalla serigrafia agli stencil, dalla fotocopiatura al collage taglia e incolla, un mix inconfondibile che lo ha reso famoso in tutto il mondo, con oltre 130 murales diffusi in sei continenti.
“Attraverso la mia arte, voglio ricordare alle persone l’uguale umanità di tutti gli individui, indipendentemente dalla loro razza, religione, nazione o cultura. Non c’è un noi contro di loro; c’è solo un noi.”
–Shepard Fairey (Charleston, 1970)