Alla Triennale di Milano è esposta in questi giorni la mostra più ampia mai realizzata che celebra il centenario dalla nascita del designer e artista Roberto Sambonet attraverso 1.300 oggetti, dipinti e documenti, in parte inediti, provenienti principalmente dall’Archivio Sambonet.
L’esposizione, a cura di Enrico Morteo e allestita da Daniele Ledda e XyComm, si compone di tre sezioni, ciascuna organizzata con una serie di differenti tematiche che attraversano il percorso della vita personale e professione del designer.
La prima ne ripercorre gli anni della formazione culturale e artistica accostando disegni e oggetti progettati durante i suoi numerosi viaggi nel mondo.
La seconda sezione presenta disegni e bozzetti molto diversi tra loro, tra cui i progetti per la realizzazione di oggetti d’uso quotidiano come stoviglie impilabili e posate in acciaio per l’attività di famiglia, affiancati a studi di progetto per la Cristalleria Baccarat, evidenziandone le linee curve ed accostando ai disegni gli oggetti realizzati dalle aziende.
La terza sezione è dedicata a grandi tele che hanno come tematica le onde del mare, il loro ritmo e lo studio sulle geometrie disegnate dall’acqua. Forme che Sambonet dapprima esplora e poi ripropone nei suoi acquerelli, nei grafici ed infine negli oggetti, simboli iconici di un design nato negli anni Cinquanta ed ancora oggi contemporaneo.
BIOGRAFIA
Roberto Sambonet nacque a Vercelli il 20 ottobre 1924 da Guido e da Maria Bosso, figlia del pittore, decoratore e scenografo vercellese Francesco Bosso.
Studiò pittura presso l’Accademia di Brera e architettura al Politecnico di Milano.
Dal 1948 al 1953 visse a San Paolo in Brasile, dove insegnò al Museu de Arte de Sao Paulo, diretto da Pietro Maria Bardi, progettando principalmente esposizioni, installazioni e grafiche per tessuti ed altri oggetti d’uso quotidiano.
Nel 1953 rientrò in Italia e aprì uno studio a Milano per dedicarsi soprattutto al design e alla pittura, attività che lo accompagnarono per tutta la vita.
Nel 1953 nacque la collaborazione con l’architetto finlandese Alvar Aalto, la cui amicizia sarà un forte stimolo per il suo lavoro e da quell’anno iniziò a progettare oggetti in acciaio per l’azienda di famiglia, fondata a Vercelli nel 1823, apportando significative innovazioni tecniche formali ed occupandosi anche di grafica e di comunicazione. Il più noto tra gli oggetti progettati sarà la “Pesciera” che nel 1970 gli permetterà di vincere uno dei suoi quattro Compassi d’oro. L’oggetto è attualmente presente nella collezione del Museo MoMA di New York.
Nel 1957 partecipò alla XI Triennale di Milano con una serie di utensili in acciaio e argento.
Dal 1957 al 1960 fu art director della rivista Zodiac. Negli anni Sessanta, consulente per la Rinascente e, in questa veste, si occupò di vetrine e di comunicazione, dai manifesti pubblicitari alle consulenze nel settore merceologico con frequenti viaggi in Oriente e Sudamerica.
Come designer collaborò con molte aziende rinomate a livello internazionale, tra le quali Baccarat, Archimede Seguso, Tiffany e Richard Ginori.
Sambonet, fin dalle sue origini, progettò e realizzò oggetti con una precisa funzione, ma destinati ad essere utilizzati per usi diversi. Oggetti trovati in cucina diventarono volutamente utilizzabili in altri contesti e parte dell’arredo delle abitazioni.
Nel 1974, insieme a Bruno Munari, Bob Noorda e Pino Tovaglia, progettò il marchio ufficiale della Regione Lombardia, la Rosa Camuna, simbolo del territorio lombardo. È stato membro dell’ADI e presidente della sezione italiana dell’AGI Alliance Graphique Internationale.
Sambonet non abbandonò mai l’attività di pittore ed è stato apprezzato anche per la serie dei Ritratti di amici e personalità contemporanee della cultura e dell’arte. Gli ultimi anni di vita li trascorse tra Milano e New York, dedicandosi al design, alla pittura ed all’attività espositiva.