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Roberto Sambonet: la Teoria della Forma

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Alla Triennale di Milano è esposta in questi giorni la mostra più ampia mai realizzata che celebra il centenario dalla nascita del designer e artista Roberto Sambonet attraverso 1.300 oggetti, dipinti e documenti, in parte inediti, provenienti principalmente dall’Archivio Sambonet.

© Andrea Boni

L’esposizione, a cura di Enrico Morteo e allestita da Daniele Ledda e XyComm, si compone di tre sezioni, ciascuna organizzata con una serie di differenti tematiche che attraversano il percorso della vita personale e professione del designer.

La prima ne ripercorre gli anni della formazione culturale e artistica accostando disegni e oggetti progettati durante i suoi numerosi viaggi nel mondo.

© Andrea Boni

La seconda sezione presenta disegni e bozzetti molto diversi tra loro, tra cui i progetti per la realizzazione di oggetti d’uso quotidiano come stoviglie impilabili e posate in acciaio per l’attività di famiglia, affiancati a studi di progetto per la Cristalleria Baccarat, evidenziandone le linee curve ed accostando ai disegni gli oggetti realizzati dalle aziende.

© Andrea Boni

La terza sezione è dedicata a grandi tele che hanno come tematica le onde del mare, il loro ritmo e lo studio sulle geometrie disegnate dall’acqua. Forme che Sambonet dapprima esplora e poi ripropone nei suoi acquerelli, nei grafici ed infine negli oggetti, simboli iconici di un design nato negli anni Cinquanta ed ancora oggi contemporaneo.

© Andrea Boni

BIOGRAFIA

Roberto Sambonet nacque a Vercelli il 20 ottobre 1924 da Guido e da Maria Bosso,  figlia del pittore, decoratore e scenografo vercellese Francesco Bosso.

Studiò pittura presso l’Accademia di Brera e architettura al Politecnico di Milano.

© Andrea Boni

Dal 1948 al 1953 visse  a San Paolo in Brasile, dove insegnò al Museu de Arte de Sao Paulo, diretto da Pietro Maria Bardi, progettando principalmente esposizioni, installazioni e  grafiche per tessuti ed altri oggetti d’uso quotidiano.

Nel 1953 rientrò in Italia e aprì uno studio a Milano per dedicarsi soprattutto al design e alla pittura,  attività che lo accompagnarono per tutta la vita.

© Andrea Boni

Nel 1953 nacque la collaborazione con l’architetto finlandese Alvar Aalto, la cui amicizia sarà un forte stimolo per il suo lavoro e da quell’anno  iniziò a progettare oggetti in acciaio per l’azienda di famiglia, fondata a Vercelli nel 1823, apportando significative innovazioni tecniche formali ed occupandosi anche di grafica e di comunicazione. Il più noto tra gli oggetti progettati sarà la “Pesciera” che nel 1970 gli permetterà di vincere uno dei suoi quattro Compassi d’oro. L’oggetto è attualmente presente nella collezione del Museo MoMA di New York.

Nel 1957 partecipò alla XI Triennale di Milano con una serie di utensili in acciaio e argento.

© Andrea Boni

Dal 1957 al 1960 fu art director della rivista Zodiac. Negli anni Sessanta, consulente per la Rinascente e, in questa veste, si occupò di vetrine e di comunicazione, dai manifesti pubblicitari alle consulenze nel settore merceologico con frequenti viaggi in Oriente e Sudamerica.

Come designer collaborò con molte aziende rinomate a livello internazionale, tra le quali Baccarat, Archimede Seguso, Tiffany e Richard Ginori.

Sambonet, fin dalle sue origini, progettò e realizzò oggetti con una precisa funzione, ma destinati ad essere utilizzati per usi diversi. Oggetti trovati in cucina diventarono volutamente utilizzabili in altri contesti e parte dell’arredo delle abitazioni.

© Andrea Boni

Nel 1974, insieme a Bruno Munari, Bob Noorda e Pino Tovaglia, progettò il marchio ufficiale della Regione Lombardia, la Rosa Camuna, simbolo del territorio lombardo. È stato membro dell’ADI e presidente della sezione italiana dell’AGI Alliance Graphique Internationale.

Sambonet non abbandonò mai l’attività di pittore ed è stato apprezzato anche per la serie dei Ritratti di amici e personalità contemporanee della cultura e dell’arte.  Gli ultimi anni di vita li trascorse tra Milano e New York, dedicandosi al design, alla pittura ed all’attività espositiva.