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Alla Biennale d’Arte di Venezia siamo Stranieri Ovunque

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Dal 20 aprile al 24 novembre 2024 Venezia ospita la 60° Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, a cura di Adriano Pedrosa e prodotta dalla Biennale di Venezia.

© Matteo De Mayda

Il titolo della 60° Esposizione è tratto da una serie di opere realizzate dal collettivo Claire  Fontaine a partire dal 2004: sculture al neon di diversi colori che riportano l’espressione “stranieri ovunque” in più lingue. In questo panorama, l’espressione “stranieri ovunque” assume diversi significati. In primo luogo, ovunque si vada e ovunque ci si trovi, si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo ovunque. In secondo luogo, indipendentemente dal luogo in cui ci si trova, in realtà e nel profondo si è sempre stranieri.

© Marco Zorzanello

La Mostra, nello specifico, presenta le opere di 331 artisti e collettivi vissuti o che vivono in e tra 80 Paesi, inclusi Hong Kong, Palestina e Porto Rico, a testimonianza di come gli artisti da sempre viaggino e si spostino per i più svariati motivi. L’attenzione principale della Biennale Arte 2024 è quindi rivolta a quegli artisti che sono stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, esiliati o rifugiati, in particolare a quelli che si muovono tra il Sud e il Nord del mondo. Ma non solo, sono due i motivi che ricorrono nella mostra. Il primo è quello dei tessuti, esplorati da molti artisti in molteplici modi. Sono opere che rivelano un interesse per l’artigianato, la tradizione e il fatto a mano, e per tecniche talvolta ritenute altre o straniere, estranee o strane, nel campo delle belle arti. Un secondo motivo è la famiglia di artisti, molti dei quali indigeni, legati da vincoli di sangue o di matrimonio. Ancora una volta la tradizione gioca un ruolo importante nella trasmissione di conoscenze e pratiche da padre o madre a figlio o figlia, o tra fratelli, parenti e coppie. Un’attenzione particolare è riservata ai progetti all’aperto, sia all’Arsenale sia ai Giardini, e a un programma di performance durante i giorni di pre-apertura e nell’ultimo fine settimana della 60° Esposizione.

© Marco Zorzanello

La Mostra sarà affiancata da 87 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i Paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Est e Repubblica Unita della Tanzania. Repubblica di Panama e Senegal, invece, partecipano per la prima volta con un proprio padiglione.

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è a cura di Luca Cerizza, con il progetto Due qui / To hear dell’artista Massimo Bartolini, che include contributi appositamente ideati da musiciste/i e da scrittrici/scrittori.

© Marco Zorzanello

Il Padiglione della Santa Sede, promosso dal Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, Cardinale José Tolentino de Mendonça, avrà luogo quest’anno nella Casa di reclusione femminile di Venezia alla Giudecca. La mostra ha come titolo Con i miei occhi ed è a cura di Chiara Parisi e Bruno Racine.

Il Comune di Venezia, infine, partecipa con un proprio Padiglione, il Padiglione Venezia, ai Giardini di Sant’Elena.

In contemporanea saranno 30 gli eventi collaterali che si terranno in numerose sedi della città di Venezia.

Infine è confermato anche per quest’anno il progetto Biennale Sessions dedicato alle Università, alle Accademie e a tutte le istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel campo delle arti, dell’architettura e nei campi affini. L’obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente e assistenza all’organizzazione del viaggio e soggiorno.

© Marco Zorzanello

“Questa edizione della Mostra ospita frammenti di bellezza marginalizzata, esclusa, punita, cancellata da schemi di geo-pensiero dominante. Così i temi cogenti della Mostra di Pedrosa, il diverso, lo straniero, il viaggio, l’integrazione, riverberano nelle acque sempre calme e sempre nuove della città lagunare. Ancora una volta Venezia – nei secoli culla dolce di conoscenza e comunicazione tra popoli, etnie, religioni – è la piazza naturale da cui smistare nuovi punti di vista e Fare Mondi – per dirla con un lessico qui di casa”, ha dichiarato il Presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco.