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Come sarà il SuperDesign Show 2018? Intervista a Gisella Borioli e Giulio Cappellini

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La Milano Design Week è sempre più vicina e con essa si fa imminente anche il SuperDesign Show, l’imperdibile appuntamento che anima ogni anno il Tortona Design District portando in scena il meglio del design, del progetto, dell’innovazione e della creatività. Sarà questo il motivo per cui l’ideatrice Gisella Borioli, che quest’anno torna a collaborare con il designer Giulio Cappellini scelto come art director dell’evento, ha selezionato per l’edizione 2018 il tema Only the Best: un vero e proprio manifesto programmatico finalizzato all’eccellenza in tutti gli ambiti della progettazione, dai materiali ai nuovi prodotti, dalla questione ambientale agli stili di vita. In questa intervista esclusiva i due protagonisti del SuperDesign Show raccontano in anteprima che cosa vedremo negli spazi del Superstudio Più, in equilibrio tra la riflessione sul presente che viviamo e le previsioni sul futuro che immaginiamo.

GISELLA BORIOLI

Only the Best è l’ambizioso tema scelto per l’edizione 2018 del SuperDesign Show: quali sono i progetti “migliori” che quest’anno non dovremo assolutamente perdere?

“Io li chiamo i ‘quattro punti cardinali’ e li elenco volentieri.

Il labirinto di Nendo: anche quest’anno lo studio di architettura giapponese, che ci spiazza sempre con le sue proposte poetiche e il cui interesse è misurato dalle lunghe file di attesa, farà una proposta bella da togliere il fiato. 

La mostra Smart City organizzata da Material Connexion Italia al primo piano dell’Art Point: un evento che ci riguarda tutti, con installazioni, presentazioni e conferenze di tutto quello gira attorno alla città intelligente, superconnessa, sostenibile.

L’impressionante installazione interattiva di Kengo Kuma per Dassault Systèmes, impegnata sulla ricerca per limitare l’inquinamento dell’aria, affiancata da numerosi convegni: un altro momento riservato all’innovazione e alla sostenibilità.

Infine, Superloft: la casa italiana vista da Giulio Cappellini, un’abitazione eclettica con spirito internazionale, la presenza di grandi brand del Made in Italy e arredi di importanti architetti in un mix di stile, cultura, passioni, vivibilità. 

Tuttavia, dal giardino al tetto, ci sono altre proposte che sarebbe un peccato perdere.”

 

A proposito di Giulio Cappellini, in questa edizione il grande designer sarà nuovamente protagonista come art director del SuperDesign Show. Quale sarà il tratto distintivo di questa rinnovata collaborazione? Che valore aggiunto comporterà la sua presenza?

“In una Milano del design sempre più ampia, vivace ma anche caotica, dove si sono persi i punti di riferimento, il mio progetto voleva quest’anno rimarcare la differenza e il valore del nostro impegno di sempre: per questo abbiamo scelto un titolo ambizioso come Only the Best. Mi è sembrato perciò naturale tornare a Cappellini, con cui il legame non si era mai interrotto, riconosciuto da tutti come il migliore e più esperto art director e talent scout sulla piazza. Lui ha portato il suo rigore, la sua competenza, la sua apertura internazionale, il suo immutato affetto per Superstudio, con il quale questo fenomeno del Fuorisalone diffuso nei quartieri è iniziato.”

 

I 20 anni del SuperDesign Show si avvicinano eppure il vostro approccio è ogni volta straordinariamente up-to-date: qual è il segreto per essere sempre proiettati nel futuro?

“Tenere sempre alta l’attenzione su cosa succede nel mondo, considerando anche i piccoli segnali. Il Salone di Rho Fiera si è ormai definito come il polo del business, mentre il Fuorisalone è sempre più il luogo dove va in scena la cultura del design, che ormai coinvolge ogni aspetto della nostra vita, sganciando i prodotti dal blocco degli ordini o addirittura smaterializzandoli attraverso interpretazioni artistiche. Il nostro concept “meno fiera e più museo” ha fatto scuola. Oggi Superstudio è diventato meno il posto dei mobili e più quello delle ricerche, delle sperimentazioni, degli scenari del futuro, dei materiali avveniristici sempre più importanti. In questa direzione va il progetto di Superloft: mettere in scena gli arredi non tanto come prodotti industriali, ma come fatto culturale che contribuisce a definire un ambiente e un modo di intendere il lifestyle in senso globale.

Le svelo poi un’anteprima: proprio per festeggiare i vent’anni di Design al Superstudio sto preparando un libro-testimonianza di tutto quello che si è visto da noi: praticamente tutte le tendenze e tutti i grandi designer, fin da quando erano al debutto. Poi ripartiremo da lì.”

 

GIULIO CAPPELLINI

Il 2018 è l’anno del suo ritorno al SuperDesign Show in qualità di art director. Che cosa si aspetta da questa edizione? Come la immagina?

“Per l’edizione 2018 di Superdesign Show a Superstudio Più abbiamo puntato soprattutto sulla qualità: qualità dei designer, qualità dei prodotti, qualità delle installazioni. Sarà una caleidoscopica visione delle più attuali tendenze del design, dell’arte, della tecnologia.

Nomi consolidati a livello mondiale come Nendo o Kengo Kuma e giovani designer emergenti racconteranno la loro visione del progetto in modo assolutamente contemporaneo.

Superdesign Show vuole essere un momento di sintesi e riflessione sull’evoluzione del progettare sia per gli addetti ai lavori, sia per gli utenti finali, un luogo dove passare del tempo ed essere sorpresi da ciò che il futuro ci riserva.”

 

Tra i progetti più attesi c’è sicuramente il Superloft da lei pensato e realizzato. Che cosa può anticiparci a questo proposito?

“Superloft è una grande casa internazionale, ma con profonde radici italiane, una casa per un fruitore colto e cosmopolita che ama farsi contaminare da approcci diversi al progetto ed al prodotto. Vedremo materiali ed arredi contemporanei di grandi brand, in cui l’uso di nuove tecnologie e sistemi produttivi si esprime al meglio, vicino a prodotti del più alto artigianato.

Superloft è una casa composta da diverse stanze che spesso interagiscono tra loro in una visione libera e disinvolta dell’abitare, ambienti in cui presente e ricordi del passato si fondono in modo armonioso e naturale ed in cui convivono arredi realizzati nei materiali più diversi, dal legno al metallo, dal vetro alla ceramica. Una casa suggestiva pensata per lasciare una libera interpretazione al fruitore ovunque egli viva nel mondo.”