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Immagini e poesia: il mondo di Mario Giacomelli

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Milano celebra uno dei più illustri personaggi nel mondo della fotografia, Mario Giacomelli, con una straordinaria retrospettiva a Palazzo Reale intitolata “Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta“. Aperta al pubblico fino al 7 settembre 2025, l’esposizione non è solo un omaggio al centenario della nascita dell’artista (1925-2000), ma una profonda immersione nel suo universo creativo, dove l’immagine si fonde indissolubilmente con la parola.

© Andrea Boni

Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale in collaborazione con l’Archivio Mario Giacomelli, Rjma Progetti Culturali e Silvana Editoriale, la mostra presenta oltre 300 opere originali, tra stampe d’epoca e vintage, corredate da documenti e materiali d’archivio che ne arricchiscono il contesto. L’allestimento, curato con intelligenza e sensibilità, si struttura in capitoli tematici che ripercorrono le diverse fasi dell’ispirazione poetica di Giacomelli.

© Andrea Boni

Al centro del percorso espositivo vi è il legame tra la fotografia di Giacomelli e la poesia. Le sue celebri immagini in bianco e nero, caratterizzate da contrasti decisi e da una potente grafica, rivelano un’anima lirica e una ricerca costante dell’essenza al di là della mera rappresentazione. Come sottolineato nel catalogo, “le sue immagini vivono sulla teatralità del reale, ma rivelano anche una prepotente interpretazione al vedere interiore e soggettivo“.

© Andrea Boni

Non si tratta di semplice documentazione, ma di una trasfigurazione della realtà, un’invenzione visiva che attinge dal mondo letterario e che, ancora oggi, risuona con una voce intima e universale, un viaggio emotivo ed intellettuale nella mente di un autore che ha fatto della sperimentazione visiva una forma di profonda meditazione.

© Andrea Boni

La retrospettiva offre inoltre un’occasione unica per esplorare come Giacomelli, figura chiave nella storia della fotografia italiana del Novecento, abbia saputo navigare le grandi trasformazioni del linguaggio artistico. La sua opera si colloca in un punto di passaggio cruciale, tra un realismo ancora forte e l’emergere di una sensibilità moderna che sposta l’attenzione dall’oggettività documentaria alla soggettività dell’esperienza.

© Andrea Boni

La mostra rappresenta così un appuntamento imperdibile per chiunque voglia comprendere a fondo la ricchezza e la profondità dell’arte di Mario Giacomelli, un maestro che ha saputo fondere luce e parola, fotografia e poesia, creando un linguaggio visivo senza tempo.

Biografia

© Andrea Boni

Mario Giacomelli (1925-2000), nato a Senigallia, è stato una figura centrale della cultura visiva italiana del secondo Novecento. Oltre che fotografo, è stato anche tipografo e pittore. Rimasto orfano di padre a nove anni, ha iniziato a lavorare giovanissimo in una tipografia per aiutare la famiglia. Nel 1950 ha aperto il suo primo laboratorio, la “Tipografia Marchigiana”.

È stato definito “l’Uomo nuovo della Fotografia” dal maestro Paolo Monti nel 1955 e le sue opere sono entrate a far parte della collezione permanente del MoMA di New York. Giacomelli è noto per le sue serie fotografiche che esplorano temi come il trascorrere del tempo, la memoria, la terra e la sofferenza. Ha fotografato soggetti come l’ospizio di Senigallia, i paesaggi e gli abitanti di Scanno. Ha sempre sviluppato e stampato personalmente le sue fotografie, utilizzando spesso la stessa macchina fotografica, modificata per le sue esigenze. La sua opera, complessa e stratificata, continua ad essere studiata e ammirata a livello internazionale.