HomeArchitetturaA Material Wonderland, la poesia della materia in un appartamento a Milano

A Material Wonderland, la poesia della materia in un appartamento a Milano

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Colore, materia e spazio. Su queste fondamenta lo studio ATOMAA ha costruito il progetto A Material Wonderland, un’abitazione all’interno di un edificio milanese degli Anni Sessanta.

Eliminato il corridoio, le stanze dimenticate tornano centrali: vestibolo, scrittoio, camerino, boudoir, stanza da bagno, kursall, stanza dei giochi, alcova, giardino d’inverno, lavatoio, cambusa, bar. Gli abitanti di questa casa possono nascondersi nell’intimità di queste stanze oppure scegliere di ritrovarsi nella spaziosa “piazza” comune del living.

Il grande spazio delle attività conviviali riverbera della luce di tre grandi finestre volute senza tende, come quelle delle città del nord. Il fondale di questo spazio è dominato dalla grande isola a cinque fuochi, il vero focolare della casa. Con i suoi colori ispirati a Giorgio Morandi, questo spazio si mantiene ambiguo, per poter accogliere, all’occorrenza, gli eventi più formali. Così una lunga credenza, che ha il colore del vino, incontra una lunga boiserie color sabbia che, oltre a contenere la cambusa, può nascondere il lavatoio per trasformare lo spazio in una sala da ballo. Le laccature goffrate risuonano come velluto al passaggio della mano mentre le venature dell’olmo che ricopre la cucina si combinano perfettamente alla superficie fresca e liscia dei piani in cemento, fusioni di cemento nero impreziositi da un rosso di Verona.

All’altra estremità della “piazza” fa da contrappunto un ambiente più raccolto e votato alla musica e alla contemplazione. Un po’ bowindow e un po’ giardino d’inverno, questo luogo è caratterizzato dalla presenza di una piccola alcova in legno la cui profonda seduta invita alla lettura, da una lanterna in vetro soffiato e dall’uso del velluto. Il pavimento, in legno profumato, si accosta alla mineralità del pavimento più importante della casa.

A questo proposito, la dismissione di un parquet ormai consumato, ha svelato una composizione vibrante: la struttura dei magatelli “seminati” dalla mano di un artigiano dimenticato disegnava una tessitura stupefacente. Così, il disegno del nuovo pavimento in terrazzo e tessere di thassos, è incerto e “un po’ sbagliato”, e vuole essere un’ode a quella mano dimenticata.

In contrasto con la delicata pavimentazione bianca, la scala colorata e accogliente crea uno spazio di conversazione spontaneo in movimento, ma anche una piccola seduta per un momento di pausa. Seguendo il contorno di una finestra di un vecchio bagno si apre poi, poco più su dello spazio abitativo, una nuova visuale incorniciata che crea una scrivania privata e un minibar per bevande.

Il passaggio fra zone più sociali della casa e quelle più intime è accompagnato dall’esperienza sensibile del profumo del legno. Avviene attraverso una stanza, rivestita in boiserie, dove i pannelli nascondono e dischiudono altre stanze: alcune di servizio quali la cambusa e la lavanderia, altre un po’ speciali (come il bar) dedicate al piacere degli ospiti.

Dietro una di queste porte segrete si trova un piccolo bagno per gli ospiti in piastrelle zellige, immerso in un vivace patchwork di tessere realizzate singolarmente a mano, una diversa dall’altra. Un lavabo in cemento su misura spicca in maniera evidente, la sua presenza è come un monolite di pietra che testimonia un momento storico, mentre dall’alto un’alta finestra porta una luce naturale soffusa.

Attraverso un altro pannello apribile si accede alla suite matrimoniale. I raggi di luce, che richiamano la calda finitura del legno, entrano nella cabina armadio attraverso un’ampia apertura con una panca alla base. A separare la cabina armadio dalla camera da letto principale, un altro prezioso elemento in cemento colorato che poggia su un caldo pavimento in legno. Questo elemento, che funge anche da piccola seduta, sporge delicatamente nella camera da letto, invitando gli ospiti a entrare.

In questo mondo compatto e privato, composto da 3 ambienti in 1, il bagno en suite è pensato come una spa privata. Per semplicità, vengono utilizzati due colori che si contrastano in due forme principali. Le pareti, la doccia e la grande vasca sono avvolte entrambe da piastrelle zellige nere, che riflettono una luce cangiante, sia naturale che artificiale, a seconda dell’ora del giorno. Un lavabo su misura in cemento bianco, si appoggia con leggerezza sul volume scuro della vasca a terra. In un mondo opposto, pur essendo uno spazio di purezza e cura di sé, una piastrella esotica zellige verde esotica richiama infine i grandi designer di facciate degli anni ‘60, impermeabili materiali che resistono ancora a uno skyline urbano in rapida evoluzione.