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Biennale Architettura 2021, come torneremo a vivere insieme?

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How will we live together? Una domanda che nel 2021, paradossalmente, suona ancora più contemporanea di quando fu scelta lo scorso anno per dare il titolo alla 17. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, programmata nel 2020 e poi posticipata a causa della pandemia globale che ci ha investito.

Oggi però, a un anno di distanza, la Biennale di Architettura ritorna con tanti spunti di riflessione in più per rispondere a quella domanda, e sarà aperta al pubblico da sabato 22 maggio a domenica 21 novembre 2021, nelle location di Giardini, Arsenale e Forte Marghera con pre-apertura nei giorni 20 e 21 maggio e cerimonia di inaugurazione sabato 22 maggio 2021.

Arsenale di Venezia © Andrea Avezzu

La Mostra Internazionale, curata da Hashim Sarkis, comprenderà opere di 112 partecipanti provenienti da 46 Paesi con una maggiore rappresentanza da Africa, America Latina e Asia e con uguale rappresentanza di uomini e donne; sarà organizzata in cinque scale” (o aree tematiche), tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione Centrale: Among Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities, Across Borders e As One Planet.

Parte della mostra sarà anche How will we play together?, contributo di 5 architetti internazionali partecipanti, autori di un progetto dedicato al gioco allestito a Forte Marghera e aperto alla cittadinanza.

Il Presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto durante la conferenza stampa dello scorso 12 aprile © Andrea Avezzu

Questa edizione includerà anche una serie di partecipazioni fuori concorso: Stations + Co-Habitats, ricerche sulle cinque scale e relativi casi di studio sviluppate da ricercatori provenienti dalle università di tutto il mondo; la partecipazione speciale dell’artista israeliana Michal Rovner al Padiglione Centrale; il progetto speciale di Studio Other Spaces (rappresentato da Olafur Eliasson e Sebastian Behmann) che presenta UN Assembly for the Future con i contributi di tutti partecipanti; un’installazione esterna ai Giardini How will we play sport together? dedicata al tema dello sport; un evento speciale della Vuslat Foundation, che propone una installazione di Giuseppe Penone in Arsenale.

La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum presentano poi per il quinto anno consecutivo il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate (Arsenale, Sale d’Armi A) dal titolo Three British Mosques: in collaborazione con l’architetto Shahed Saleem, la mostra guarderà al mondo fai da te e spesso non documentato delle moschee adattate a questo uso.

In più, quest’anno la 17. Mostra Internazionale di Architettura incrocerà il 15. Festival Internazionale di Danza Contemporanea dal 23 luglio al 1 agosto, ospitando all’Arsenale, nella sezione della Mostra intitolata Among Diverse Beings, le installazioni e i danzatori-coreografi di Biennale College, ispirati a segni, materiali e temi della Mostra di Architettura.

Arsenale di Venezia © Andrea Avezzu

63 partecipazioni nazionali animeranno gli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, con 4 paesi presenti per la prima volta alla Biennale Architettura: Grenada, Iraq, Uzbekistan e Repubblica dell’Azerbaijan; il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero della Cultura sarà curato da Alessandro Melis.

Ci saranno poi 17 Eventi Collaterali promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro e organizzati in diverse sedi della città di Venezia a cui si aggiungeranno anche i Meetings on Architecture, incontri con architetti e studiosi di tutto il mondo, il progetto Biennale Sessions dedicato all’Università e numerose iniziative educational indirizzate ai più giovani.

Infine, il Leone d’oro speciale alla memoria di questa edizione sarà attribuito a Lina Bo Bardi, grande progettista che ha incarnato la tenacia dell’architetto nei tempi difficili e per questo ben rappresenta lo spirito della Biennale 2021.

Il curatore della Biennale Architettura 2021 Hashim Sarkis © Jacopo Salvi

Conclude il curatore Hashim Sarkis:

L’attuale pandemia globale ha senza dubbio reso la domanda posta da questa Biennale ancora più rilevante e appropriata, seppure in qualche modo ironica, visto l’isolamento imposto. Può senz’altro essere una coincidenza che il tema sia stato proposto pochi mesi prima della pandemia. Tuttavia, sono proprio le ragioni che inizialmente ci hanno portato a porre questa domanda – l’intensificarsi della crisi climatica, i massicci spostamenti di popolazione, le instabilità politiche in tutto il mondo e le crescenti disuguaglianze razziali, sociali ed economiche, tra le altre – a condurci verso questa pandemia e a diventare ancora più rilevanti. Non possiamo più aspettare che siano i politici a proporre un percorso verso un futuro migliore. Mentre la politica continua a dividere e isolare, attraverso l’architettura possiamo offrire modi alternativi di vivere insieme. La Biennale Architettura 2021 è motivata dai nuovi problemi che il mondo sta ponendo all’architettura, ma è anche ispirata dall’attivismo emergente di giovani architetti e dalle radicali revisioni proposte dalla professione dell’architettura per affrontare queste sfide.”