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DEGW ridisegna gli EY wavespace di Milano

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Il lancio italiano dell’EY wavespace è avvenuto a Milano nel 2018 ed è proseguito nel 2020 con la realizzazione del lab di Roma, entrambi progettati da DEGW, brand di Lombardini22 dedicato al workplace. Più recentemente, sempre DEGW, è stata incaricata della trasformazione dell’EY wavespace milanese rivoluzionandone il concept, integrando le trasformazioni avvenute negli ultimi anni e la nuova visione del mondo espressa dalla Gen Z.

© Andrea Martiradonna

Lo spazio, integrato nell’edificio di Via Meravigli in cui ha sede EY, è dedicato all’innovazione e pone l’uomo al centro dell’esperienza, con particolare attenzione alla prossemica, adottando gli elementi della natura a supporto delle relazioni umane.

Il nuovo EY wavespace

Situato al quarto piano, l’EY wavespace è uno spazio laboratorio di circa 800 mq articolato in due grandi macroaree, Meaning Lab e Significance Lab, a loro volta suddivise in diverse stazioni esperienziali che formano un percorso, o meglio un viaggio, di natura trasformativa. L’intero concept parte dai quattro elementi naturali, terra, acqua, aria e fuoco, ai quali vengono associati diversi ambienti connessi tra loro da aree di transizione.

© Andrea Martiradonna

Il viaggio comincia dunque nell’ambito dell’area Meaning Lab, che comprende gli spazi The Cave e The Wave (rispettivamente associati agli elementi terra e acqua). La caverna si presenta come un luogo di 100 mq circondato da forme morbide e avvolgenti rivestite da un agglomerato di sabbia e resina che vuole riprodurre un effetto roccioso. Lo spazio è dedicato alla riflessioni dove, attraverso schermi e monitor interattivi che propongono contenuti legati alla crescita sostenibile dei business, le persone condividono le loro domande. Per raggiungere The Wave, invece, bisogna attraversare The Waterfall che, grazie alle immagini in movimento, richiama una cascata. Nell’ambiente dedicato all’acqua tutto ricorda l’elemento più importante di tutti per la vita umana e non solo, a partire dalle rifrazioni luminose delle superfici riflettenti a soffitto fino all’arredo.

© Andrea Martiradonna

Alla fine del percorso dell’acqua si trova The Mirror, uno spazio di 25 mq che viene “aumentato” da una serie di parallelepipedi riflettenti, da terra e a soffitto come stalattiti e stalagmiti, che moltiplicano le superfici e il verde circostante. Lo spazio funge da punto di unione con l’area successiva, The Significance Lab. L’area comincia con The Flame, dedicato all’elemento del fuoco. La sua superficie di 105 mq prevede attività suddivise in gruppi di confronto, tavoli di lavoro più ristretti, riflessioni individuali, rese possibili da sottospazi delimitati dinamicamente da partizioni sinuose in tessuto. Cuore di The Flame è il Braciere, un tavolo circolare con base di pietra e piano di ferro calamina, a ricordare la fucina di Efesto, con “fiamma” centrale (animata da LED dinamici), intorno al quale approfondire temi di ricerca in forma di dialogo, racconto, collaborazione, interazione face-to-face, secondo l’idea evocativa del radunarsi attorno a un falò.

© Andrea Martiradonna

Lo spazio di transizione di The Breath, infine, porta all’ultima area: The Cloud. Associato all’elemento dell’aria lo spazio si presenta come una grande nuvola leggera, fatta di sagome ovoidali in policarbonato sospese e mobili a soffitto, che filtra gli impianti a vista coprendo tutti i 280 mq della sua superficie. The Cloud è il luogo della crescita, del concretizzarsi dei progetti di trasformazione e della proiezione verso l’esterno.