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How will we live together? La Biennale di Architettura 2020 s’interroga sulle nuove forma di convivenza umana

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How will we live together? Questa è la domanda che apre la riflessione della 17. Mostra Internazionale di Architettura organizzata dalla Biennale di Venezia e aperta al pubblico da sabato 29 agosto a domenica 29 novembre 2020 (la precedente data di apertura fissata per il 23 maggio è stata rinviata a causa del coronavirus, ndr) negli spazi dei Giardini e dell’Arsenale.

Una domanda complessa e straordinariamente attuale in tempi di migrazioni e grandi sommovimenti socio-politici, segnati da cambiamenti profondi che siamo chiamati a gestire senza lasciarci sommergere, trasformandoli piuttosto in nuove risorse.

In questo difficile panorama, tuttavia, anche l’architettura può dare il suo contributo: ne è convinto il curatore Hashim Sarkis, che quest’anno guida i progettisti provenienti da tutto il mondo alla scoperta di nuove forme di convivenza, con gli altri esseri umani, certo, ma anche con il nostro sempre più fragile pianeta.

Come nelle precedenti edizioni, la Mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini, l’Arsenale e Forte Marghera, includendo 114 partecipanti in concorso provenienti da 46 paesi, con una rappresentanza crescente e significativa da Africa, America Latina e Asia; oltre ai partecipanti invitati, la Biennale Architettura 2020 comprende poi Stations + Cohabitats, ricerche fuori concorso sui temi della Mostra sviluppate da ricercatori di università di tutto il mondo.

Organizzata in cinque scale tra Arsenale e Padiglione Centrale ai Giardini, la Mostra presenta anche grandi installazioni collegate a ognuna delle cinque scale che si disporranno negli spazi esterni dell’Arsenale e dei Giardini; cinque architetti e un fotografo di architettura sono infine gli autori del progetto dedicato al gioco a Forte Marghera, che si chiamerà: “How will we play together?“.

Il Curatore Hashim Sarkis e il Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta

La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum di Londra presentano per il quinto anno consecutivo il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate (Arsenale, Sale d’Armi) dal titolo British Mosques, realizzato in collaborazione con l’architetto Shahed Saleem e dedicato al mondo fai da te e spesso non documentato delle moschee adattate a questo uso.

Sono 63 le Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia; 3 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Architettura: Grenada, Iraq e Uzbekistan.

In particolare, il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Direzione Generale Creatività contemporanea, sarà a cura dell’architetto Alessandro Melis.

Ancora, i Weekends on Architecture integrano il programma della 17. Mostra attraverso una serie di conferenze e incontri con architetti, studiosi e professionisti di tutto il mondo che cercheranno di rispondere alla domanda How will we live together?: tra ottobre e novembre 2020 saranno dunque organizzati tre weekend per sei appuntamenti e in ogni incontro si discuterà di due argomenti “caldi”, come le nuove sfide che il cambiamento climatico pone all’architettura, il ruolo dello spazio pubblico nelle recenti rivolte urbane, le nuove tecniche di ricostruzione, le forme mutevoli dell’edilizia collettiva in tutto il mondo, l’architettura dell’educazione e l’educazione dell’architetto, il rapporto tra curatela e architettura.

Inoltre, per l’undicesimo anno consecutivo La Biennale dedica il progetto Biennale Sessions alle Università, alle Accademie e agli Istituti di Formazione Superiore e potenzia il suo impegno nelle attività cosiddette Educational prevedendo un’ampia offerta che si rivolge a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università.

Come vivremo insieme? La risposta vi aspetta a Venezia.