HomeArchitetturaIl progetto di EUROPARC per il nuovo edificio del Parlamento Europeo

Il progetto di EUROPARC per il nuovo edificio del Parlamento Europeo

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EUROPARC, un collettivo di progettazione composto da cinque studi di architettura di cinque Paesi europei, ha vinto il concorso internazionale per la progettazione del nuovo edificio del Parlamento europeo. La proposta vincente del collettivo si concentra sul rinnovamento dell’edificio Paul-Henri SPAAK di Bruxelles, puntando sull’applicazione dei principi dell’economia circolare, e ben rappresenta i valori della democrazia europea anche attraverso la composizione europea del team.

EUROPARC è infatti composto dagli studi di architettura JDSA / Julien De Smedt Architects (DK/BE), Coldefy (FR), CRA-Carlo Ratti Associati (IT), NL Architects (NL) e Ensamble Studio (SP), con il supporto delle società di ingegneria UTIL (BE) e Ramboll (DK). Insieme, questi team contano oltre 30 nazionalità diverse tra le loro fila.

Il progetto cerca di affrontare le sfide più urgenti che l’Europa e il mondo intero devono affrontare, tra cui il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali e il confondersi dei domini fisici e digitali; quest’ultimo aspetto si riflette anche nella modalità di collaborazione del collettivo, in cui è stato adottato un approccio remoto e flessibile fin dal primo focolaio di COVID-19.

© Carlo Ratti Associati

La proposta

L’attuale edificio della SPAAK presenta numerosi difetti. Tuttavia, demolirlo e sostituirlo sarebbe sbagliato, poiché nel settore edilizio oltre il 50% del carbon footprint viene generato nella costruzione della struttura grezza di un edificio. Se viene completamente smantellato, tutta quella spesa va persa e deve essere nuovamente impiegata in una nuova costruzione. Così, si è deciso di riutilizzare la maggior parte della struttura SPAAK.

© Carlo Ratti Associati

Connessione con la città

A scala urbana, il progetto di EUROPARC mira a rafforzare il legame tra l’edificio e la città. Aprendo l’isolato, migliora la continuità dei flussi pedonali nella zona e crea un collegamento più forte tra Place du Luxembourg e Parc Léopold. Lo spazio pubblico viene ampliato sia all’interno che all’esterno dell’architettura, creando un’esperienza più accogliente per i cittadini e i visitatori di Bruxelles. Un passaggio pubblico attraverso il Parlamento fornirà un ingresso imponente ai visitatori e stabilirà un vero e proprio nodo nella rete pedonale di Bruxelles. Inoltre, invece di ostruire lo Spaak, l‘edificio Spinelli sull’asse della Gare d’Europe verrà scavato e diventerà un ingresso a cielo aperto al Parlamento.

© Carlo Ratti Associati

L’emiciclo

La nuova sala delle assemblee del Parlamento europeo, chiamata Emiciclo, sarà riposizionata ai livelli superiori dell’edificio rinnovato per soddisfare i requisiti spaziali di un’aula modernizzata. Sarà dotata di servizi digitali per migliorare la trasparenza e incoraggiare la partecipazione esterna. Un’altra caratteristica fondamentale sono le grandi finestre che stabiliscono un dialogo visivo tra il Parlamento, il giardino pensile, la città e i cittadini europei in generale. Una di queste grandi finestre può anche diventare uno schermo per trasmettere informazioni in tempo reale durante le assemblee.

© Carlo Ratti Associati

L’Agorà verde

Situata al piano più alto, l’Agorà verde è il culmine del percorso dei visitatori nell’edificio. Il giardino botanico trae ispirazione dall’agorà dell’Antica Grecia. Oltre a essere visivamente collegata all’Emiciclo attraverso il soffitto aperto di quest’ultimo, l’Agorà verde servirà anche come faro della democrazia europea, dove i cittadini e i membri del Parlamento europeo si incontreranno. Inoltre, lo spirito di sinergia paneuropea è rafforzato in termini naturali, in quanto il parco riunisce la vegetazione autoctona di tutti gli Stati membri per formare un ecosistema europeo multiforme.

Nel complesso, dunque, il nuovo edificio SPAAK di EUROPARC – con il piano terra permeabile, l’emiciclo, l’agorà verde – crea un ecosistema civico che pone le persone al centro dell’esperienza spaziale e le avvicina ai processi democratici dell’Europa.

© Carlo Ratti Associati