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ILOW, Carlo Ratti riprogetta gli incontri sociali a Parigi

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Recentemente CRA-Carlo Ratti Associati e Bouygues Immobilier hanno svelato il nuovo progetto di ILOW, un nuovo edificio che a Parigi vuole fare da ponte tra La Défense, il centro finanziario della capitale francese, e il vicino Tours Nuages (Torri delle Nuvole), uno dei progetti di edilizia sociale più iconici del dopoguerra.

© Carlo Ratti Associati

L’edificio, progettato in collaborazione con l’Agence d’Architecture Willerval et Associés, ha la forma di due braccia aperte che collegano due diversi quartieri socio-economici e sfrutta il design parametrico per generare una facciata che reinterpreta la Tours Nuages, progettate dall’architetto Émile Aillaud tra il 1973 e il 1981 come esperimento di edilizia sociale audace e pionieristico.

© Carlo Ratti Associati

Il progetto di CRA mira a riunire due quartieri adiacenti che sono stati a lungo socialmente separati l’uno dall’altro: l’edificio è strutturato intorno a due ali con un cortile verde centrale che si dispiega tra loro, collegando ILOW con il vicino parco pubblico e prevede 12.500 metri quadrati di spazi a funzioni miste, inclusi uffici, un ristorante e un caffè.

© Carlo Ratti Associati

Il piano terra è trasparente e aperto al pubblico mentre la parte superiore dell’edificio presenta un giardino pensile: in breve, ILOW si sforza di creare un “terreno comune” fisico che si estende su diversi livelli mentre crea connessioni visive con le aree circostanti.

© Carlo Ratti Associati

Con l’obiettivo di sviluppare una contemporanea “architettura atmosferica”, la facciata sinuosa dell’edificio presenta moduli prefabbricati di varie dimensioni disposti per creare una superficie curva che segue la traiettoria del sole, garantendo le condizioni ottimali di illuminazione all’interno e riducendo il consumo energetico.

© Carlo Ratti Associati

Spiega Carlo Ratti, socio fondatore di CRA e direttore del Senseable City Lab al Massachusetts Institute of Technology:

Stiamo cercando di usare il design per promuovere incontri sociali tra diverse persone, culture e gruppi sociali. Questo è ciò che è unico nello spazio fisico – al contrario di quello digitale – qualcosa di cui la pandemia ci ha reso fin troppo consapevoli. Possiamo usare l’architettura per fare da ponte tra diversi mondi sociali“.