HomeArchitetturaMassimo Pierattelli apre la sua casa: un viaggio nel cuore di Firenze

Massimo Pierattelli apre la sua casa: un viaggio nel cuore di Firenze

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Una casa di straordinario fascino, in grado di raccontare la storia di una famiglia e della sua passione per l’architettura, il design, l’eleganza e la cultura, in particolare quella fiorentina: è l’appartamento di Massimo Pierattelli a Firenze, una dimora prestigiosa che occupa uno spazio di 300 metri quadri in un palazzo storico dei primi del Cinquecento affacciato in Piazza de’ Pitti, nel Quartiere Oltrarno di Santo Spirito a Firenze.

In questo contesto, gli elementi cinquecenteschi e le preesistenze tipiche del quartiere più autenticamente fiorentino della città – le travi di legno a vista del soffitto, i camini di pietra, gli archi del corridoio – dialogano con soluzioni su misura, arredi di design iconici, opere d’arte e souvenirs etnici, definendo spazi dalla personalità unica, ricchi di suggestioni, rimandi e storia.

Racconta l’architetto:

Fare architettura significa avere la capacità di interpretare la realtà con uno sguardo inedito. Rispettare le preesistenze, catturarne il messaggio di originalità e potenza per dar loro nuova vita con soluzioni equilibrate e contemporanee. È un lavoro che facciamo ogni giorno quando ci sediamo al tavolo di lavoro, ed è stato un processo spontaneo applicarlo anche nella sfera privata. Questa casa è il risultato non di un singolo intervento, ma di una stratificazione di gesti: piccole modifiche, costanti ma puntuali, che riflettono un vissuto, un’evoluzione, una storia familiare”.

Nell’appartamento fiorentino icone del design si affiancano quindi a pezzi progettati su misura da Massimo Pierattelli nel corso del tempo: elementi che concorrono a dare un’identità allo spazio unica, specchio della sensibilità di una famiglia che ha dedicato la propria vita all’architettura e al design.

Entrando nella casa si viene accolti in un grande living, dominato da una libreria in legno laccato grigio tripartita, disegnata dall’architetto e pensata per dialogare con la metrica delle travi a soffitto, scandendo non solo la parete, ma l’intero ambiente, anche grazie alla sofisticata strategia illuminotecnica.

A fianco l’iconica Arco di Flos instaura una relazione di complicità con altri pezzi di design: i divani Sity del 1986 di Antonio Citterio, la lampada Spun Light di Flos, il Tavolo Cruise di Lema e i tavoli neri Tulip di Knoll disegnati da Eero Saarinen.

Opere d’arte e souvenir etnici contribuiscono a personalizzare l’ambiente, riflettendo momenti di vita e passioni: un quadro di Carlos Albertos Castellanos e di Giampaolo Talani, la scultura a cavallo di Paolo Staccioli, oggetti Tuareg, gioielli Imba, raccolti durante i viaggi e un tappeto persiano, solo per citarne alcuni.

Le pareti dell’appartamento sono intonacate con una speciale pasta in grassello di calce – realizzata con una miscela di colla di pesce, pigmenti naturali e polvere di marmo – capace di restituire giochi di luce e vibranti effetti di rifrazione, amplificati dai materiali scelti per arredi e superfici, come il marmo giallo di Siena del bagno padronale.

La cucina è un piccolo gioiello: anche questa su disegno di Massimo Pierattelli si caratterizza per elementi e dettagli in ottone lucido lavorato a mano, dagli accenti riflettenti e luminosi, abbinati a un piano in granito e inserti lignei.

Nella sala da pranzo sono invece protagonisti il tavolo Block di Acerbis e la credenza Sheraton progettata da Lodovico Acerbis e Giotto Stoppino nel 1977 e premiata da ADI con il Compasso d’Oro nel 1979, entrambi laccati in nero lucido; completano l’ambiente le lampade Taccia e Toyo di Flos, le sedie Bea di Lema, il pesce scultura in vetro di Egidio Costantini e un quadro di Raffaele de Grada.

A conferma della passione della famiglia Pierattelli per arte e design, anche nella camera da letto padronale si trovano pezzi di design e opere d’arte, come la lampada Spun Light di Flos e il quadro di Andrea Chiarantini; arredi e tessili in blu fiordaliso dialogano con i rivestimenti chiari, mentre dalla finestra uno scorcio sull’architettura rinascimentale di Palazzo Pitti riflette la bellezza della città che fu culla del Rinascimento.