L’uomo e la natura al centro del progetto, dello spazio, di tutto. È questo il principio sul quale s’impernia da sempre l’attività dell’architetto Giuseppe Tortato, fondatore di Studio Tortato e grande esperto di architettura bioclimatica.
Gli edifici da lui concepiti si fondano infatti sull’approfondimento dell’esperienza sensoriale, valorizzando il benessere delle persone tramite l’inserimento di elementi naturali, alberi, luce, zone verdi all’interno degli ambienti, secondo un approccio sartoriale, multidisciplinare e soprattutto sostenibile.
Sono numerosi i progetti realizzati dall’architetto seguendo questa filosofia progettuale e tra di essi c’è la sede della società AB Medica a Cerro Maggiore, specializzata nello sviluppo e nella distribuzione di robot medici e analisi del DNA: in questo caso, la particolare conformazione del lotto e i vincoli autostradali hanno guidato il disegno di una forma triangolare simile a uno scafo nautico che scivola tra colline artificiali, con funzione di isolamento termico e acustico dell’insieme per garantire al contempo risparmio energetico e benessere psicofisico dei lavoratori.
Inoltre, la luce è qui l’elemento predominante: al piano superiore totalmente vetrato sono distribuiti gli uffici open space dove gli elementi strutturali sono semplicemente limitati attorno a patii triangolari e lungo il perimetro irregolare dell’edificio; il tetto a sua volta è ruotato in funzione dell’orientamento solare rispetto alla sagoma obbligata del piano terra, è dotato di forti aggetti con funzione di schermatura solare e caratterizzato da “tagli” triangolari dei patii che garantiscono il comfort di un’illuminazione naturale diffusa perfettamente in tutto lo spazio del piano.
Coinvolge invece il mondo della moda il progetto dello Showroom Bonaveri a Milano: qui, il percorso e gli spazi di progetto sono “animati” da manichini visibili nella parte inferiore dell’edificio a piano terra grazie alle vetrate posizionate all’ingresso, da cui si estendono altri spazi dedicati ad ambienti di lavoro, poi a luogo di ristoro e spazio attrezzato; un elemento di riguardo che cattura l’occhio è poi la scala che porta al soppalco nella parte superiore, spazio architettonico progettato per aumentare la raffinatezza e la suggestione che il luogo suscita nel visitatore.
Nel capo della ristorazione spicca il progetto per il Ristorante Cenerè a Milano, che rievoca all’ombra della Madonnina i paesaggi vulcanici della Sicilia etnea, e perciò in tutti gli spazi del ristorante sono state utilizzate materie prime naturali: il rovere grezzo del parquet e gli intonaci dei muri miscelati con sabbia, cenere e silicio riportano ai toni e alle sfumature di grigio a cui si accostano accessori in pelle e cuoio degli accessori, mentre la cucina è a vista con grandi vetrate valorizzate da una grande vela realizzata in legno rivestita in metallo liquido.
Sempre a Milano è sorto il progetto La Forgiatura, l’unico italiano selezionato all’Energy Performance e Architecture Award 2013: si tratta di una vera e propria oasi urbana caratterizzata da colline artificiali piantumate, che inglobano le strutture architettoniche unendo oltre 14.000 mq di archeologia industriale con altri 10.000 mq di nuova edificazione; un tunnel tecnologico per sottoservizi collega tutti gli edifici permettendo che nessun lavoro sia svolto in superficie, sia per l’ingresso di nuovi utenti sia per le manutenzioni, mentre nessun locale tecnico si trova all’interno degli edifici; infine, le colline artificiali, con una altezza da 1 a 8 metri, sono state pensate con l’intenzione di “muovere” la superficie dell’area permettendo un rapporto dinamico ed inconsueto con gli spazi costruiti.
Questi sono solo alcuni esempi di come l’architetto Giuseppe Tortato riesce nell’impresa di conciliare architettura urbana e memoria della natura, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie per creare spazi accoglienti e sostenibili, in piena sintonia con l’ambiente naturale e umano.
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