HomeArchitetturaStazione di Terna, l’architettura dell’energia tra Capri e la terraferma

Stazione di Terna, l’architettura dell’energia tra Capri e la terraferma

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È stata inaugurata lo scorso 14 ottobre la nuova linea elettrica che collega l’isola di Capri alla penisola, un’opera storica per il Mezzogiorno e per il Paese, nata a fronte di un investimento di 150 milioni di euro da parte di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione.

A firmare il progetto della Stazione di Terna è Frigerio Design Group, che ha puntato su un’architettura industriale pensata per integrarsi nel contesto, espressione di un rapporto armonioso tra tessuto urbano e natura: un esempio unico, a livello mondiale, di progettazione innovativa delle infrastrutture elettriche.

La nuova linea elettrica che collega Capri alla terraferma consente di fornire all’Isola energia da fonti rinnovabili e azzerare le emissioni inquinanti – grazie alla dismissione dell’attuale centrale a gasolio – incrementando al tempo stesso la sicurezza dell’isola.

Costruita su un’area di circa 2.700 metri quadrati, la Stazione di Terna è sviluppata sulla base di una linguistica progettuale basata su geometria, verde e luce, ideata a partire dalle specificità del luogo.

La matrice naturale di Capri è stata l’ispirazione per il progetto architettonico e materiali, geometrie e dettagli conservano la stessa ricchezza e vibrazione di luce dello scenario naturale.

L’orografia del terreno determina la planimetria della stazione elettrica: i gradoni calcarei che salgono dalla Marina Grande diventano muri di contenimento o edifici, mentre la vegetazione mitiga i volumi e l’impatto visivo, occupando in modo spontaneo gli spazi vuoti.

Le cromie tipiche del paesaggio caprese vengono poi riproposte nelle facciate dell’edificio, mentre il carattere industriale dell’architettura si esprime nella forte qualità dei materiali e dei dettagli, arricchiti con particolari di finitura e montaggio; inoltre, tenendo conto delle condizioni ambientali particolarmente aggressive (salsedine, umidità, raggi ultravioletti, …) sono state definite soluzioni in grado di azzerare le manutenzioni.

Giochi di pieni e vuoto danno vita a effetti percettivi dinamici che contribuiscono alla mitigazione visiva dell’architettura e a creare una relazione con la specificità del luogo, rendendo l’architettura uno spazio di cerniera tra il tessuto urbano diffuso e la natura.

Ancora, la finitura architettonica del complesso si compone di vari elementi geometrici, ottenuti a partire da un’astrazione formale trapezoidale di base, che creano nell’insieme composizioni variabili e vibranti.

I pannelli di tamponamento degli edifici sono in cemento armato a taglio termico, rifiniti con una graniglia a spacco di marmi dei colori della pietra calcarea e forma trapezoidale e lo stesso disegno dei pannelli in cemento è riproposto nei pannelli modulari in lamiera di ottone brunito (montata su telai e lavorata con macchine a controllo numerico), utilizzati per parapetti, cancelli, schermi e recinzioni.

Per la costruzione si è ricorso all’uso della prefabbricazione sia pesante sia leggera, con lo scopo di semplificare il cantiere e ridurre i tempi di costruzione e i costi; gli scarti delle lavorazioni costituiscono poi le placche da inserire nei pannelli di calcestruzzo, in modo da impiegare tutto il materiale.

Il verde, costituito da vegetazione tipica locale, si insinua tra i volumi occupando gli spazi vuoti, distribuendosi in modo spontaneo proprio come nelle aree circostanti il lotto e nelle pareti calcaree dell’isola.

In particolare, il progetto del verde è stato pensato per azzerare le manutenzioni e ottenere, dopo un primo periodo di assestamento, una crescita autonoma: le essenze sempreverdi sono state scelte in base ai colori, ai profumi e alle dimensioni, per ottimizzare la mitigazione ed avere frutti e fiori con effetti cromatici che variano nelle varie stagioni dell’anno.

Infine, il progetto illuminotecnico è stato sviluppato nel pieno rispetto della condizione paesaggistica e riducendo al minimo l’impatto sull’inquinamento luminoso: i corpi illuminanti, con parabole del tipo cut-off, sono stati posizionati con l’obiettivo di nascondere la sorgente luminosa, adottando tecnologia LED per ridurre consumi e manutenzione; tra il parapetto e i muri è stata scelta infine una illuminazione scenografica che evidenzia verso l’alto le lamiere forate e verso il basso i muri, rendendo suggestiva anche la visione notturna della stazione.

Il risultato è un grande e innovativo intervento, che rende la Stazione di Terna un modello e punto di riferimento per l’architettura industriale in Italia e non solo.