HomeArchitetturaThe Art of Shaping, Carlo Colombo racconta la magia del progettare

The Art of Shaping, Carlo Colombo racconta la magia del progettare

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È considerato uno dei più importanti architetti e designer sulla scena internazionale, pluripremiato progettista che ha cominciato la propria carriera nei settori design e interior per poi allargare il proprio raggio d’azione alle costruzioni in Italia e all’estero, portando sempre con sé l’idea che un progetto deve farsi interpreta di alti valori creativi, incarnando i sogni e i desideri del proprio tempo. Carlo Colombo non ha bisogno di presentazioni: a parlare per lui ci sono le sue opere di design su larga scala, i riconoscimenti ottenuti, le prestigiose collaborazione con aziende simbolo del Made In Italy, da Poltrona Frau, a Flexform, da Cappellini ad Antoniolupi, da Flou a Faber. In occasione della MasterClass tenuta al Salone del Mobile.Milano Moscow abbiamo conversato con lui di forma e cultura e di quello che lui stesso definisce “un lavoro meraviglioso”. Il suo.

La MasterClass di cui è stato protagonista a Mosca s’intitola The Art of Shaping ed è dedicata si suoi 25 anni di carriera. Quali sono stati i principali temi ad essere trattati?

Il titolo racchiude la mia esperienza come architetto e designer in questi 25 anni e il discorso si è sviluppato dal design all’architettura in maniera naturale, in quanto si tratta di due mondi strettamente correlati: è importante riflettere su come gli oggetti di design sviluppino una sinergia con l’universo dell’architettura e dell’interior.

La prima parte della conference ha mostrato, attraverso una serie di immagini, alcuni pezzi iconici della mia esperienza di designer mentre la seconda parte è stata dedicata ad un filmato composto da diverse riprese all’interno delle fabbriche, per scoprire il concetto autentico di design, che non è solo il prodotto finito ma tutto quello che c’è dietro, il work in progress della fase di prototipazione; al termine, è emerso il tema dell’architettura, con il riferimento al progetto della nuova Torre Fendi in costruzione a Panama e ad altri lavori in Cina, negli Stati Uniti e a Dubai.

Il titolo The Art of Shaping è stato quindi scelto per porre l’accento sulla forma e sulle forme che avvolgono il mondo dell’abitare nel suo complesso, dal design all’architettura.

Spostando il focus sul design italiano, quali sono i valori che qualificano l’identità italiana applicata al mondo del progetto e che cosa rende il nostro design così capace di distinguersi nel panorama globale?

L’Italia ha un patrimonio culturale e storico incomparabile, motivo per il quale il design italiano è portatore di una creatività unica riconosciuta in tutto il mondo, di cui è difficile se non impossibile ricreare profondità e spessore in altri contesti. Ancora oggi i brand italiani di design sono quelli che dettano le tendenze a livello globale; detto questo, a noi addetti al settore, designer, giornalisti e imprenditori, spetta il compito di consolidare e continuare a coltivare questa preziosa specificità, senza rovinarla.

Perché è importante essere presenti in un contesto come quello del Salone di Mosca?

Andare nelle università, essere presenti alle manifestazioni fieristiche e sfruttare ogni occasione per raccontare i valori della creatività italiana è e deve essere una parte fondamentale del nostro lavoro: sono onorato di poter partecipare ad un convegno come questo di Mosca in cui mi viene data la possibilità di parlare di design italiano e del mio lavoro. In particolare, la Russia in questo momento si sta risollevando dopo un periodo di crisi e dunque essere qui ha un particolare significato, data anche la storica importanza del mercato russo per noi italiani.

Afferma spesso che un buon architetto deve innanzitutto essere capace di interpretare i sogni e i desideri. Che cosa significa? Come si fa ad essere sempre in sintonia con la contemporaneità?

Il mondo della creatività è uno dei pochi in cui si può ancora sognare. Il nostro è un lavoro meraviglioso: da un lato richiede certamente di stare con i piedi per terra perché bisogna sempre confrontarsi con il DNA e le strategie delle aziende, puntando ad un prodotto maturo, ma dall’altro la libertà creativa, la generosità del segno che si traduce in progetto è ciò che ci permette di continuare ad essere propositivi, di immaginare orizzonti sempre nuovi. Questa è la parte più importante del mio lavoro, la parte che amo di più.