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Going Dark, la Figura Contemporanea ai Confini della Visibilità in mostra al Guggenheim di NYC

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Fino al 7 aprile 2024, nel “tempio dell’arte contemporanea” di New York, l’iconica rotonda del Museo Guggenheim di Frank Lloyd Wright, è possibile visitare la mostra “Going Dark” che accoglie oltre 100 opere di un gruppo di 28 artisti contemporanei.

© Andrea Boni

La maggior parte delle opere risale al periodo compreso dagli Anni ’80 ad oggi, mentre una selezione di queste è stata prodotta precedentemente, a cavallo tra gli Anni ’60 e ’70 da tre artisti iconici – David Hammons, Faith Ringgold e Charles White – suggerendo che lo sviluppo dell’arte concettuale durante questi decenni abbia lanciato nuovi percorsi espressivi costituendo le basi per gli artisti contemporanei che oggi affrontano il “confine della visibilità”.

Charles White – Nobody Knows My Name, 1965. © Andrea Boni

La mostra presenta opere d’arte che hanno come tema principale figure parzialmente oscurate o nascoste, che si posizionano quindi al “margine della visibilità”. In questo contesto artistico, la frase “Going Dark” è intesa come una tattica con la quale gli artisti nascondono visivamente il corpo per esplorare un concetto chiave nella società contemporanea: il desiderio di essere visti e allo stesso tempo la volontà di essere nascosti alla vista.

© Andrea Boni

Le tecniche utilizzate sono molteplici: pittura, scultura, fotografia, installazioni che hanno come fine l’oscuramento attraverso l’utilizzo della luce e delle ombre, la rotazione del corpo, la sperimentazione di nuovi materiali e metodi di stampa e strumenti di postproduzione che sfumano o illuminano l’immagine.

© Andrea Boni

Alcuni dei lavori esposti, specialmente i più recenti, si avvalgono della tecnologia digitale come lo schermo chroma-key verde o blu. Queste opere si muovono tra figurazione e astrazione, attraverso le quali alcuni artisti hanno sperimentato in modo creativo il colore e la luce arrivando a sfidare la percezione stessa della visione.

© Andrea Boni

Ciascuno di loro ha rappresentato in modo differente e personale il concetto di “restare nell’ombra”: dalla piaga del razzismo, al dramma dell’immigrazione clandestina, al tema della visibilità/invisibilità delle donne musulmane che indossano il velo, al fenomeno della carcerazione indiscriminata contro i giovani afroamericani.

© Andrea Boni

In definitiva, la mostra sviluppa in modo trasversale temi forti e di grande attualità della società contemporanea, fornendo molteplici spunti di riflessione e una chiave di lettura inedita per il mondo che ci circonda.