Leonardo artista e scienziato ma anche progettista, ingegnere e urbanista. Nel 2019 il Salone del Mobile.Milano si prepara a celebrare il cinquecentenario dalla morte del genio italiano con numerose iniziative che mettono al centro proprio Milano, la città dove Leonardo visse e mise in pratica il suo straordinario talento, applicandolo a tutti i livelli. Tra gli eventi da non perdere c’è senza dubbio AQUA. La visione di Leonardo, l’installazione ideata da Marco Balich che prenderà vita dal 6 al 14 aprile nel cuore di Milano, all’interno della Conca dell’Incoronata, coinvolgendo i visitatori in un’esperienza immersiva site-specific che racconterà in modo stupefacente il legame di Leonardo con la città. Per saperne di più, abbiamo intervistato Marta Marchesi, Creative Supervisor del progetto. Ecco quello che ci ha raccontato in anteprima.
AQUA. La visione di Leonardo è una delle installazioni-evento più attese della prossima Milano Design Week, nell’anno in cui si celebra il cinquecentenario dalla morte del genio italiano. In che cosa consiste? Come è nata l’idea?
“L’installazione è pensata innanzitutto come un regalo alla città di Milano: sarà aperta e fruibile a tutti, collocata presso la Conca dell’Incoronata e dunque in una zona molto accogliente (è interamente pedonale) anche se non sempre pienamente valorizzata e riconosciuta dai milanesi, nonostante sia una testimonianza straordinaria del progettare leonardesco.
Quando il Salone del Mobile.Milano ci ha chiesto un contributo per questa edizione abbiamo subito cercato di trovare una connessione con il cinquecentenario dalla morte di Leonardo Da Vinci, convinti che dovesse trattarsi di un tributo. Ci è venuta l’idea di rimettere al centro il luogo, facendo sì che la Conca tornasse a parlare e l’acqua a fluire: nella parte superiore della struttura si formerà dunque uno specchio d’acqua, prolungato poi su uno schermo su cui sarà proiettato un video che vuole rappresentare una visione, una finestra sulla Milano del futuro, proponendo lo stesso punto di vista di oggi e immaginando come sarà quello scorcio tra trenta, cinquant’anni. Per farlo ci siamo fatti supportare da Territory Studio, una società famosa per la produzione di effetti speciali. Inoltre, nella parte sottostante dell’installazione, uno spazio più raccolto e intimo permetterà ai visitatori di vivere appieno l’esperienza di percezione attraverso un focus sull’essenzialità della goccia d’acqua, entrando in contatto con la visione complessiva (dal micro al macro) dell’elemento idrico propria dello stesso Leonardo.
La nostra mission è poi da sempre quella di fare spettacolo, creare coinvolgimento e lavorare sui codici emozionali delle persone, per cui l’installazione, organizzata su questi vari livelli strutturali e comunicativi, sarà molto evocativa al fine di omaggiare appunto la memoria di un genio.”
L’acqua avrà un ruolo fondamentale. Perché avete scelto di concentravi proprio su questo elemento?
“Abbiamo voluto raccontare in maniera lieve come per Leonardo l’apertura della via d’acqua fosse una componente imprescindibile della città del futuro e, di conseguenza, come il corso d’acqua in sé fosse funzionale a scrivere la semantica di una città. Al contempo, abbiamo cercato di creare un’esperienza intima, magica: trattandosi di un tributo e non di una descrizione, l’obiettivo era proprio raccontare l’amore di Leonardo per l’acqua, sia assecondando la sua logica di progettista, ingegnere e strutturista ante litteram (che emerge dalla progettazione delle chiuse e dal disegno delle città attraversate dai corsi d’acqua) sia sottolineando il suo rapporto viscerale con l’elemento idrico. Del resto, per poter conoscere e rappresentare nelle sue opere di artista gli oggetti naturali Leonardo aveva bisogno di possederli, di saperne tutto. Da qui nasce la sua passione/ossessione per l’acqua, che noi abbiamo voluto celebrare con questa installazione.”
Il legame di Leonardo con Milano è storicamente fortissimo. Che cosa racconta questa installazione della sua figura e del suo rapporto con la città?
“Come abbiamo già detto, l’installazione è un omaggio alla figura di Leonardo e alla sua ricerca, che ha interessato svariati aspetti di Milano e di cui abbiamo ancora oggi la possibilità di raccogliere testimonianza viva e concreta (pensiamo al disegno originale delle chiuse, per esempio). Al di là delle macchine, dei disegni, dell’arte leonardesca, Milano testimonia in modo preminente l’impatto fisico dell’operare di Leonardo sulla dimensione territoriale. In occasione dell’anniversario della morte, secondo noi era importante celebrare proprio il suo intervento concreto sul tessuto urbano e questo, in ultima istanza, è anche l’aspetto di autentica immersività dell’installazione, la possibilità di immergersi in un luogo fisico così strettamente legato ad uno dei più grandi geni che la storia ricordi.”