HomeDesignSiamo tutti uno, i tappeti di Carpet Edition per i popoli indigeni

Siamo tutti uno, i tappeti di Carpet Edition per i popoli indigeni

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Una collezione di tappeti pensata per dare voce ai popoli indigeni, ora minacciati dall’emergenza sanitaria ma da sempre sottoposti a violenze e soprusi: si chiama Siamo tutti uno ed è lo straordinario progetto nato dalla collaborazione tra Carpet Edition, Roberta Mari e Silvia Zylberman Pio.

Da un lato le genti amazzoniche dallo stile di vita sostenibile, custodi del mondo naturale; dall’altro, Roberta Mari e Silvia Zylberman Pio, milanese di origini toscane la prima, polacco-brasiliana la seconda, che condividono la contaminazione culturale e il gusto per l’integrazione tra stili e linguaggi diversi, e hanno saputo disegnare una collezione dal sorprendente impatto visivo, capace di comunicare un’emozione e di raccontare una storia.

Ognuno dei sette tappeti Siamo tutti uno è infatti un omaggio allo stile di vita dei popoli amazzonici: i disegni di Urihi e Kyrin sono ispirati alle pitture corporali Kaiapó, quelli di Memby evocano le decorazioni infantili, la grafica di Exas è un messaggio di buona salute, e la forma di ognuno ricorda quella delle frecce usate per la caccia.

Realizzati a mano come tutti i tappeti della collezione Hand Made, in questo caso in lana e Hardtwist, possono essere usati singolarmente o combinati tra loro, accostando liberamente colori vivaci e disegni geometrici.

Per contribuire concretamente alla salvaguardia e alla difesa delle terre e dei popoli indigeni, Carpet Edition ha inoltre scelto di devolvere una percentuale della vendita di ogni tappeto a Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni (www.survival.it): nato nel 1969 da un gruppo di persone profondamente turbate dallo sterminio degli Indiani Amazzonici, Survival combatte per difendere le vite, le terre e il futuro di popoli che dovrebbero avere gli stessi diritti di tutte le società contemporanee, come raccontato nello straordinario libro Siamo tutti uno (edizioni Logos), a cui la collezione deve il suo nome.