In occasione di un incontro con l’architetto Giorgio Lo Cascio, abbiamo avuto l’opportunità di comprendere meglio il suo particolare utilizzo della fotografia digitale e di capire come le “immagini del mondo reale” possano fondersi tra loro fino a dare spazio a una nuova e illimitata possibilità espressiva.
Dal 2011 ha iniziato ad esporre le sue opere, utilizzando il suo immenso archivio fotografico digitale per comporre opere di grandi dimensioni, anticipando le tendenze che in anni più recenti si sono affermate nel campo delle arti visive.
Giorgio, ci racconti come ha avuto origine il tuo percorso artistico?
Mia madre era un’artista, una pittrice molto brava. Non era possibile non restare influenzati dalla sua passione per l’arte. Io ho iniziato negli anni ’70 con opere olio su tela, acrilico e inchiostri su supporti lucidi.
La laurea in architettura e il lavoro con il mio studio di progettazione mi hanno portato a girare tutto il mondo e mi hanno completamente allontanato dalla pittura… ma non dalla mia passione per la fotografia che si è poi trasformata in una nuova forma artistica: l’arte digitale.
Come utilizzi i tuoi scatti fotografici nelle tue opere?
La potenzialità espressiva dell’arte digitale dà la possibilità di muoversi in uno spazio dove l’inventiva sa scoprire nuove dimensioni del reale.
Io uso solo i miei scatti fotografici, che sono immagini reali, per raccontare storie con frammenti di ricordi e propongo nelle mie opere una inedita realtà che possa servire a guardare dentro le cose per scoprirne l’intima natura.
Arte tra realtà e immaginazione: ti riconosci in questa definizione?
Certamente l’arte contemporanea è un grande mezzo d’espressione, come lo è stata tutta l’arte nei secoli, e dovrebbe rappresentare l’epoca in cui viviamo. È arte solo se riesce a trasmetterci emozioni vere e profonde.
Nelle mie opere cerco, attraverso un processo di elaborazione digitale, di generare la rappresentazione di una realtà aumentata e sospesa tra il reale e l’immaginario, svincolata dal tempo e dotata di ubiquità.
Ci puoi anticipare quali sono i tuoi progetti correnti e futuri?
Mi attengo ai programmi espositivi che mi vengono proposti dalla Galleria che mi rappresenta: IMAGO ART GALLERY di Lugano. Parteciperò come sempre al MIA Photo Fair 2024 come ho fatto per tutte le edizioni fin dal 2013. Nel 2024 probabilmente esporrò le mie opere al PAN (Palazzo delle Arti Napoli).
BIOGRAFIA
Gloc (Giorgio Lo Cascio) nasce a Inverigo, in provincia di Como, il 22 maggio 1943 da madre pittrice e padre industriale tessile.
Si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1970. Fare l’architetto è una passione che dura tutt’ora e che gli ha permesso di girare il mondo, di progettare, disegnare, fotografare e dipingere. Negli anni ’60 e ’70 fa esperienze di pittura di vario tipo: olio su tela, acrilico su tela e tavola, inchiostri su tela lucida. Espone in alcune personali della madre a Milano, ma il lavoro di architetto con un proprio studio lo impegna in Italia e all’estero a tempo pieno, e la pittura resta un sogno nel cassetto. Nel 1983 inizia il processo di informatizzazione dello studio, e i nuovi sistemi CAD di gestione della progettazione si evolvono negli anni in un crescendo esponenziale. Per lui la prima idea progettuale nasce sempre da uno schizzo o da un disegno, sviluppandosi successivamente con la capacità di esprimersi, attraverso le nuove tecnologie, con immagini di rendering ed elaborazioni fotografiche.
La fotografia è sempre stata una grande passione, e l’abbandono della pellicola, del lavoro in camera oscura e di tutta l’attrezzatura accumulata negli anni a favore della fotografia digitale non è stato un passo semplice. Una volta entrato nel mondo fotografico digitale e acquisite le conoscenze e le capacità operative dei mezzi a disposizione, si rende conto dell’infinita creatività resa possibile dalla nuova tecnologia. Nel 2008 ha inizio la sua ultima esperienza creativa, che utilizza con grande talento come elemento base proprio la fotografia digitale. Paesaggi, luoghi, palazzi, statue, vengono rielaborate in una nuova realtà virtuale nella quale l’immaginario ed il reale creano particolari atmosfere e suggestioni oniriche.