Sostenitore dell’umiltà del legno in contrapposizione all’arroganza del calcestruzzo, nel corso della sua lunga carriera il giapponese Kengo Kuma, classe 1954, ha saputo conquistare un posto d’onore tra le personalità più influenti dell’architettura.
La sua visione “contestuale” del progetto, che recupera e fortifica il legame con la natura per creare spazi esperienziali, contemporanei e primordiali al tempo stesso, si esprime in edifici dalle finalità diversissime eppure accomunati dalla capacità di fondere il luogo con la sua percezione, trovando inaspettate connessioni attraverso l’uso sapiente dei materiali e della luce.
Lo dimostrano progetti visionari come il Victoria & Albert Museum di Dundee in Scozia e il Japan National Stadium di Tokyo, realizzato in occasione delle ultime Olimpiadi; ne sono testimonianza, d’altro canto, architetture più “intime” come la Lotus House o la Water/Glass House, progetti a vocazione rispettivamente residenziale e hospitality, entrambi realizzati in Giappone e capaci di evocare l’antica tradizione costruttiva nipponica nel loro fondere elementi atavici come il legno, la pietra e l’acqua.
La capacità di tracciare una direzione inedita nel solco di un’architettura intesa come nobilitazione rispettosa dell’uomo e dell’ambiente è valsa a Kengo Kuma molti prestigiosi riconoscimenti, fino a far sì che di recente la rivista TIME arrivasse a includerlo nella 2021 Time 100, la lista delle figure più influenti dell’ultimo anno.
Un successo che non stupisce: nella sua straordinaria unicità, il ricchissimo patrimonio di edifici realizzati dallo studio Kengo Kuma & Associates nel mondo (tra cui anche il nuovissimo complesso Welcome, feeling at work a Milano, il cui completamento è previsto per il 2024) finisce infatti per rendere quasi banali parole oggi inflazionatissime come sostenibilità e rigenerazione, se si considera che questi concetti innervano la natura delle opere di Kengo Kuma da ben prima che entrassero nel dibattito mainstream.
Con l’obiettivo di scoprire tutto questo e molto altro, abbiamo deciso di provare a entrare davvero nel mondo di Kengo Kuma: lo faremo mercoledì 20 aprile alle ore 18.00, accompagnati da Nicola Maniero, Chief Project Manager di Kengo Kuma & Associates che sarà il protagonista Un (architetto) italiano a… Tokyo, il nuovo appuntamento della rassegna Un (architetto) italiano a… curata dalla giornalista Laura Ragazzola. Sarà l’occasione per compiere un viaggio nella realtà concreta di questo importantissimo studio di architettura, volgendo uno sguardo anche alla città di Tokyo, dove vi porteremo a passeggiare con noi per scoprire alcune architetture firmate proprio da Kengo Kuma, tra cui l’iconico progetto SunnyHills.
L’evento è realizzato in partnership con Superstudio Group e sponsorizzato da Siru Lighting, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Varese, che riconoscerà 1 CFP agli architetti partecipanti. La partecipazione è gratuita e ci si può registrare a questo link. Non mancate!