HomeArchitetturaCa’ Inua, la casa di Ciclostile Architettura in simbiosi con il territorio

Ca’ Inua, la casa di Ciclostile Architettura in simbiosi con il territorio

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Per il progetto di restauro completato a Marzabotto, città italiana vicino a Bologna, gli architetti di Ciclostile Architettura hanno scelto un nome suggestivo: Ca’ Inua, che è un riferimento a Kainua, l’antica città etrusca della zona, ma anche ai toponimi tipici dei casali di montagna; infine, Inua è una parola in lingua Inuit che significa “l’essenza di tutte le cose”, un concetto spirituale che unisce tutti gli esseri e che è il principio di armonia tra i vivi.

La nuova costruzione è un volume in pietra e legno che affonda le sue radici nella montagna con cui forma un tutt’uno; di conseguenza, la nuova costruzione si presenta come un oggetto senza tempo, uno degli elementi del paesaggio naturale.

La casa e lo spazio di lavoro del duo artistico Panem et Circenses, ottenuto dalla demolizione e ricostruzione della vecchia casa del contadino, si sviluppa su due livelli e il piano terra è parzialmente incassato nel terreno per rafforzare questo legame tra edificio e natura; un innesto che cambia la percezione interna/esterna avvicinando la linea dello sguardo al terreno.

Il nuovo muro in pietra del piano terra (ricostruito sull’impronta del vecchio muro) è un elemento di collegamento tra la nuova casa e il fienile ristrutturato: la nuova porzione, infatti, con la struttura in pannelli X-LAM, si affaccia sul fronte principale solo al primo piano, inserendosi con grazia in un paesaggio fortemente connotato.

Il rivestimento è in legno bruciato, tecnica indissolubilmente legata al territorio ma ritrovabile ovunque, mentre all’interno la dialettica tra superfici “dure” (il cemento della porzione seminterrata della zona giorno, i mosaici dei bagni) e superfici “morbide” (il legno di abete utilizzato come pavimento e rivestimento) richiama l’essenzialità e l’austerità del luogo.

La distribuzione interna è dettata dalla lettura del luogo e dalle sue caratteristiche intrinseche: i locali di servizio sono tutti situati sul fronte nord e hanno piccole finestre, mentre a sud la zona giorno/cucina al piano terra e le camere da letto al piano superiore hanno ampie aperture.

Le aperture al piano terra sono semplicemente schermate dalla sporgenza del primo piano mentre quelle nelle camere da letto sono dotate di un sistema di schermatura; queste aperture, oltre a massimizzare l’apporto energetico nelle stagioni fredde ed evitare l’irraggiamento diretto in quelle calde, offrono una vista mozzafiato sulla valle.

Tutta la casa è isolata con un cappotto in fibra di legno molto spesso che permette di utilizzare come riscaldamento/raffrescamento solo un impianto ad aria alimentato per lo più da pannelli fotovoltaici posti sul tetto del fienile per mitigarne l’impatto visivo; l’acqua piovana viene raccolta in cisterne e riutilizzata per l’irrigazione dei campi mentre l’impianto di depurazione è costituito da un fitodepuratore che funziona grazie a due stagni adiacenti alla casa.

Infine, il fienile è stato ristrutturato con interventi prevalentemente strutturali e dotato di tutte le attrezzature impiantistiche di base; oggi viene utilizzato come magazzino per le attività agricole, ma prossimamente verrà creata una struttura ricettiva per accogliere i visitatori.