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Il nuovo headquarter dell’Inter a Milano

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C’è aria di trasloco in casa Inter. La storica squadra FC Internazionale Milano ha infatti deciso di lasciare la vecchia sede in Corso Vittorio Emanuele per trasferirsi nel nuovo spazio The Corner, l’edificio (di proprietà di Generali) progettato dallo studio Atelier(s) Alfonso Femia a partire dalla riqualificazione di una struttura anni Settanta situata all’angolo tra viale della Liberazione e via Melchiorre Gioia, nel cuore dell’area Garibaldi-Repubblica.

La sfida di creare una nuova formula spaziale in grado di coniugare rapporto con il pubblico, attività operative e dirigenziali all’insegna dell’innovazione, del benessere e dell’efficienza è stata lanciata a DEGW e a FUD, brand del Gruppo Lombardini22 dedicati rispettivamente alla progettazione integrata di ambienti per il lavoro e al physical branding.

La nuova sede dell’Inter occupa gli ultimi cinque piani (dal 6° al 10°) di un’ala del footprint dell’edificio The Corner (a forma di L, il piano tipo complessivo è di circa 1.700 mq di superficie) per un’area totale di 4.000 mq in cui sono distribuite oltre 200 postazioni di lavoro; alla superficie indoor si aggiungono poi gli 800 mq della terrazza sovrastante e il tutto forma un ambiente lavorativo con una piacevole luminosità naturale e abbondanti visuali verso l’esterno urbano.

A partire da questo contesto, lo stacking plan progressivo modula i diversi piani riservando all’operatività un maggior rapporto visivo con l’ambiente urbano più prossimo e alle funzioni più relazionali i livelli più panoramici con ampie viste sulla città: in una progressione verso l’alto, dunque, i piani 6°, 7° e 8° sono dedicati alle funzioni operative, il 9° adibito ad area condivisa per ospiti e incontri con le realtà esterne, il 10° alle aree Executive e Sport e l’11° alla terrazza.

Le aree operative sono caratterizzate da un’equilibrata alternanza tra workspace e supporti, e sono state trattate con sobrietà, infondendo negli uffici un’atmosfera calda e domestica con finiture in legno e presenza diffusa di verde; la riconoscibilità corporate è risolta sullo sfondo grazie ad accorti accostamenti di colori e materiali (i pavimenti, per esempio, sono in moquette blu negli uffici chiusi, in moquette grigia in open space e in vinilico grigio nella circolazione), e con picchi d’intensità comunicativa in punti strategici dello spazio.

Lo spazio si configura così come elegante, flessibile e trasparente, articolato da oggetti speciali come pareti attrezzate nel loro spessore con nicchie e luoghi di conversazione o strutture aperte che delimitano, in open space, aree informali con comode sedute.

Nelle aree condivise del 9° piano si riprendono gli stessi principi rinforzando però la vocazione di rappresentanza e comunicazione delle funzioni presenti: la reception principale, biglietto da visita per tutta la società, con il socialwall che veicola contenuti direttamente dai canali social ufficiali; la Trophy Room, un’isola circolare di trofei in ambiente open coronata da un anello continuo di immagini sospese, come un fregio di icone in movimento; la Media Room, anche dedicata alle sessioni di training, iconicamente sottolineate da un soffitto di luci lineari che disegnano un campo da calcio; l’Inter Heritage, un luogo esperienziale dove vive la storia della squadra, con l’esposizione di memorabilia e la celebrazione del Club supportate da una quinta vetrata tecnologica; la sala Orologio, dove il bancone bar e le diverse sedute invitano anche a una convivialità food & beverage, il cui nome deriva dal ristorante in cui venne fondato il Club; infine, il quadro di spazi flessibili si completa con una lounge e due meeting room riconfigurabili.

Poi, tra uffici chiusi, break area e una boardroom dalla moquette blu intenso, sfila un corridoio con quinta di legno dal caldo effetto domestico e un lucido pavimento ceramico effetto pietra che creano una lunga promenade immersa nel mondo corporate Inter: un percorso che trova il suo apice in una struttura ribassata dove il marchio è il punto focale di tutta la prospettiva.

Blu scuro, legno, ceramica levigata, luce e trasparenza ne compongono gli ampi spazi articolati in più funzioni, ponendosi come un’introduzione alla grande terrazza soprastante: una piattaforma aperta e dispiegata sulla città che può accogliere gli ospiti per eventi privati, dj set, meeting, pranzi, momenti di relax, protetto da pergolati e quinte vegetali, arricchito da tappeti erbosi dedicati al gioco, dove il tema del verde e dei materiali naturali è pienamente sviluppato.

Per quanto riguarda l’aspetto fondamentale di valorizzazione del brand, FUD, specializzato in branding e comunicazione, in collaborazione “co-creativa” con il Club e con Alkemy, ha dato vita a uno spazio che può essere solo ed esclusivamente Inter, eliminando l’esigenza di vederne il logo e creando una vera e propria esperienza di brand, al fine di completare lo spazio architettonico e generare memorabilità nelle persone che interagiscono con esso.

Prendendo le mosse dalla storia e dai valori della squadra è emersa la volontà di dare forma a uno spazio architettonico deciso, regolare, elegante, dalla forte personalità, con un linguaggio fortemente identitario radicato nella cultura milanese e, insieme, rivolto al mondo.

D’altro canto, l’intervento di physical branding ha coinvolto tutta la sede, in primis il sistema di segnaletica, con pittogrammi sviluppati sui concetti di asimmetria e movimento basati sull’astrazione delle bandiere delle nazioni che hanno segnato la storia della squadra.

Ogni meeting room ha poi la propria brand identity e viene interamente dedicata a un Paese del mondo legato alla storia dell’Inter, mentre grande attenzione è stata prestata alla calibrazione cromatica, esaltando il potere del colore nelle bandiere e realizzando delle stanze “parlanti”, capaci di raccontare una storia e intrattenere e stupire gli ospiti.

Alessandro Adamo, direttore DEGW e partner Lombardini22, conclude:

“Siamo davvero contenti di questo progetto perché è il frutto di un grande processo di partecipazione e di co-design. Un processo che ci ha visti letteralmente immersi nel mondo nerazzurro, a respirare il clima che ha alimentato ciò che stavamo facendo giorno per giorno. Ci sentiamo di ringraziare tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa esperienza, in particolare il Presidente Steven Zhang che non ha mai fatto mancare la sua preziosa collaborazione. Il risultato ci soddisfa pienamente – conclude Adamo – perché riteniamo di essere riusciti a rappresentare una realtà complessa in un edificio che è insieme luogo di lavoro, di eventi e presenze speciali, di media e comunicazione, di sport e soprattutto di potente immaginario collettivo”.

Fotografie di Marco Cappelletti.