HomeArchitetturaLa nuova area hospitality di Cantina Bertani tra tradizione e modernità

La nuova area hospitality di Cantina Bertani tra tradizione e modernità

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Bertani, storica cantina della Valpolicella oggi parte di Angelini Wines & Estates, inaugura una nuova area dedicata all’hospitality con la riqualificazione di 800 metri quadrati curata dallo studio Westway Architects coniugando eleganza architettonica e sostenibilità in omaggio alla tradizione vinicola.

Da un lato, una nuova architettura prende forma; dall’altro, un restauro meticoloso restituisce vita agli elementi storici, puntando sui colori, ispirati al territorio veronese, e sui dettagli tratti dagli archivi dell’azienda.

Grazie all’intervento di riqualificazione sono inoltre stati valorizzati e riportati alla piena funzionalità alcuni spazi della cantina inutilizzati. Questo ha reso possibile immaginare e organizzare differenti percorsi di visita ben strutturati che permettono di scoprire e apprezzarne ogni angolo.

IL PROGETTO

La ristrutturazione ha dotato la Cantina Bertani di tre sale di accoglienza – Sala Fondatori, Sala Archi, Sala Torchi – con diverse dimensioni e vocazioni, ma tutte connesse e tenute insieme da un unico pavimento in cemento acidificato di manifattura artigianale. Il progetto si è calato nell’identità storica di Bertani a tal punto che, pur non rinunciando ad un vocabolario contemporaneo, riesce a dissimulare il tempo passato facendolo proprio, in continuità con la storia iniziata nel 1857.

La sala Fondatori viene ripensata con una importante divisione mobile che permette di viverla in due ambienti separati o nella sua totalità, pur mantenendo le proprie autonomie funzionali di sala degustazione e sala riunioni vera e propria. Da questa sala è visibile il corridoio che accoglie la maestosa parete con gli storici serbatoi in cemento. La parete non è solo un dettaglio architettonico, ma diventa parte integrante dell’esperienza visiva, un filo conduttore che unisce e armonizza ogni ambiente, invitando a scoprire le radici storiche e la contemporaneità della cantina.

Nella sala centrale, chiamata Archi, caratterizzata appunto dalle suggestive arcate storiche di un vecchio fabbricato, ora integrato all’interno, si sviluppa un percorso visivo e museale che racconta la storia tangibile della cantina. Da qui è possibile accedere alla cantina storica, scendendo una scala impreziosita da una sequenza di ceste in vimini originali, un tempo utilizzate per la vendemmia e installate a parete come se fossero un’opera d’arte in sé.

Entrando nella sala Torchi ci si può incontrare seduti su un divano o attorno a un tavolo in compagnia di due torchi, custodi del passato e delle radici della lavorazione vinicola.

Un sofisticato progetto di illuminazione valorizza poi la matericità delle pareti, esaltandone i dettagli e le texture, mentre garantisce una visione ottimale degli elementi del percorso museale. Sono stati recuperati preziosi oggetti della produzione storica dell’azienda come gli stencil con cui si imprimevano i testi sulle casse in legno e vengono utilizzati per produrre con effetti di ombra degli interessanti sistemi di comunicazione visiva che usano la trama della parete come fondo su cui stagliarsi. Questo sistema luminoso, combinato con una segnaletica visiva accuratamente integrata, accompagna il visitatore in un’esperienza coinvolgente e armoniosa, completando il viaggio esplorativo all’interno degli spazi.

A testimonianza della sua particolarità, lo scorso 29 ottobre 2024 il progetto si è aggiudicato il Trofeo Saint-Gobain Gyproc Italia nella categoria Innovazione. Un ulteriore incentivo ad organizzare presto una visita in cantina.