HomeArchitetturaOlympic Spa Hotel, la “Dolomiti full immersion” di NOA in Val di...

Olympic Spa Hotel, la “Dolomiti full immersion” di NOA in Val di Fassa

-

 

Il progetto di NOA per l’Olympic Spa Hotel in Val di Fassa punta a valorizzare le strutture preesistenti e a integrarle con il paesaggio circostante, a partire dalle nuove stanze immerse nel prato, con terrazze e patii interni, fino alla sauna affacciata sul bosco da raggiungere attraverso un percorso aereo.

In particolare, l’obiettivo di aggiungere alla sede attuale una dependance e una nuova sauna è stata l’occasione per definire un modello di intervento “mimetico” e sostenibile.

L’idea chiave è stata quella di spostare il baricentro dell’albergo dalla strada provinciale, su cui finora si affaccia la maggior parte delle stanze, al pendio retrostante, che degrada verso valle trasformandosi in bosco, fino a raggiungere il torrente Avisio. Così, il progetto ha previsto che lungo il pendio fossero realizzate le nuove dieci stanze, in parte interrate e collegate all’albergo da un passaggio sotterraneo.

La sauna è invece un edificio a sé stante, collocata ai margini del bosco, in posizione elevata fronteggiante le cime degli alberi e raggiungibile attraverso il già citato percorso aereo. L’enfasi, dunque, è sul contatto diretto con la natura, favorito anche dall’uso dei materiali, dal disegno delle nuove strutture che giocano con il profilo delle montagne, dalle terrazze, dai particolari patii interni inseriti nelle stanze più ampie.

© Alex Filz

LE NUOVE STANZE

La nuova struttura, che si allunga per ospitare dieci camere e una palestra, è caratterizzata dal particolare profilo, che si ispira a quello di una montagna. A un’estremità, una punta più alta identifica il doppio livello della suite di maggiore ampiezza, poi la copertura si abbassa, con punte ad altezza inferiore in corrispondenza delle altre camere a un solo livello, e, all’estremità opposta, della palestra. Questa silhouette, estremamente riconoscibile nella sua semplicità grafica, diventa la cifra stilistica dell’albergo.

Anche la palette cromatica dei materiali utilizzati richiama il paesaggio circostante: le falde inclinate e le pareti esterne sono intonacate a grana grossa di un colore grigio che ricorda quello delle pareti dolomitiche. L’intero progetto è stato portato avanti con ditte locali e il parziale interramento della struttura è studiato per limitare al massimo i volumi.

LA NATURA

Nella dependance, l’interramento di una parte del volume offre agli ospiti la sensazione di un contatto più diretto con la natura. Anche il collegamento fra l’albergo e la nuova struttura avviene attraverso un percorso sotterraneo.

Ogni stanza è dotata di finestre a tutta parete e di un ampio terrazzo che si affaccia sul paesaggio. Alle nuove camere sono stati dati nomi in lingua ladina, cultura alla quale la famiglia dei proprietari è molto legata. Così le quattro stanze Te Bosch omaggiano il bosco, elemento di suggestione che dà forma agli interni. In ognuna di esse è stato ricavato un patio interno con pareti trasparenti: uno spazio privato accessibile in ogni stagione, che porta luce e natura all’interno dell’ambiente. La vegetazione del patio, la presenza di una betulla, la vista del cielo, diventano parte di un’esperienza nuova per gli ospiti dell’albergo che possono, per esempio, immaginare di trovarsi all’aperto mentre si fanno la doccia. Oppure, d’inverno, possono vedere scendere la neve da entrambi i lati della stanza, con la sensazione di stare nel mezzo di un bosco alpino. O ancora, possono dormire all’aperto nelle sere d’estate, sui letti sospesi forniti di sacco a pelo matrimoniale, e ammirare il cielo stellato, vista la mancanza di inquinamento luminoso.

Nelle cinque camere Te Aga, dedicate all’elemento dell’acqua, è invece prevista una fontana in pietra da cui sgorga acqua di montagna purissima che nasce a 3.500 metri di altezza. Un benefit che l’hotel offre agli ospiti con l’obiettivo di bandire l’uso di bottiglie di plastica. In tutte le stanze è utilizzato il legno, rovere e larice della Val di Fassa, sia per il pavimento che per gli arredi.

A una estremità della dependance, in corrispondenza della “cima” più alta della facciata, è collocata la suite a due livelli. L’area notte è ricavata al piano terra, in un’area ribassata di tre gradini per creare maggiore intimità e dare movimento al volume della stanza. Il primo piano è invece tutto dedicato al relax: sauna, doccia emozionale e area wellness sfruttano il volume del caratteristico sottotetto a doppia falda, affacciandosi al di sopra del bosco.

© Alex Filz

UNA SAUNA IN CIMA AGLI ALBERI

La nuova sauna è una costruzione sopraelevata che si affaccia al di sopra delle chiome degli alberi. Realizzata interamente in legno, esternamente rivestita in larice e internamente in abete savu trattato con della cera nera, si mimetizza nel bosco e ne offre una vista suggestiva sia dalle vetrate interne sia da un terrazzo laterale. Si può raggiungere direttamente dall’albergo percorrendo una passerella aerea, che lascia libero il prato sottostante. Dunque, l’accesso alla sauna è solo esterno, anche in inverno: una scelta che intende promuovere anche in questo caso un contatto forte e diretto con la natura.

MATERIALI, ARREDI E TESSUTI

La struttura della dependance è in cemento armato. Parte della copertura della dependance è costituita da prato verde, dato che la struttura è parzialmente interrata nel pendio.

Tutti gli arredi sono realizzati su misura in legno di rovere con i nodi, una scelta che riflette la vocazione green dell’albergo e che si collega alla tradizione alpina. Anche nelle forme dei mobili si è cercata continuità con gli stili locali. Dominano colori chiari e naturali, affiancandosi al verde, che richiama la tonalità del bellissimo bosco di pini che si estende davanti alle stanze.

IL FUTURO

In prospettiva, il piano di sviluppo del progetto prevede la realizzazione di altre strutture simili alla prima e di una nuova area wellness. Parallelamente, anche l’edificio centrale sarà oggetto di un restyling. In particolare, la facciata sarà ridisegnata con una struttura in legno che richiamerà il profilo delle vette; inoltre, per ridurre la volumetria percepita e l’impatto ambientale dell’intervento, è previsto che il piano terreno venga interrato, creando un paesaggio collinare dove troveranno posto le nuove strutture, tutte ipogee.